Varie, 4 marzo 2002
LEGGERI Manuela
LEGGERI Manuela Sezze (Latina) 9 maggio 1976. Giocatrice di pallavolo. Della River Piacenza. Campionessa del mondo 2002, vicecampione d’Europa nel 2001 (bronzo nel 1999). Col Volley Modena ha vinto lo scudetto 1999/2000 e la Champions League 2000/2001 • «“La prima partita in nazionale? Mi ricordo lo speaker che leggeva i nostri nomi e il numero di presenze. Eravamo io e la Marulli all’esordio. Quando ha detto "Manuela Leggeri, uno", mi sono vergognata tantissimo”. Aveva appena 18 anni, ma il suo sogno era partito un paio di anni prima, dalla chiamata della Fincres Roma di A-1. Era solo una bambina lunga lunga con un talento da coltivare: “Mi ritrovai a giocare insieme o contro giocatrici che per me erano miti. Mi ricordo la prima volta che andammo a Ravenna. Simonetta (Avalle, il tecnico, ndr) mi disse ‘adesso entri e guarda che la Weersing la puoi murare’. La murai sul serio, non mi sembrava vero”. [...] Un oro mondiale, un argento e un bronzo europei, due Olimpiadi, la crescita di tutto il movimento. Da Motta a Bonitta, quanti ricordi ha da spendere la capitana: “Mi ricordo la prima partita giocata. Era in Germania, un torneo prima del Mondiale in Brasile e la Paccagnella si era infortunata. Motta mi fece entrare quando perdevamo 2-0, vincemmo 3-2. Mi presi i complimenti del c.t. e la Zambelli mi disse ‘ti sei guadagnata il Mondiale’. Giustamente invece ci andò la Paccagnella, ma fu una gran soddisfazione”. Cinque allenatori, cinque modi diversi di vedere il volley: “È vero c’è stato anche Bosetti, io l’avevo avuto anche in prejuniores. Con lui beccammo il famoso 15-0 dal Giappone, la Obayashi che sembrava un fenomeno. Non vedemmo palla. [...] Con Bonitta probabilmente è arrivato l’agonismo e la rivalità che serviva. Abbiamo imparato a prendere coscienza di quello che vogliamo, a non nascondere le nostre ambizioni. A livello personale la pallavolo ha trasformato la ragazzina introversa che ero in un’adulta abituata a confrontarsi con gli altri e ad affrontare realtà diverse. Mi ha fatto tirare fuori il carattere” [...]» (Valeria Benedetti, “La Gazzetta dello Sport” 20/9/2004).