Varie, 4 marzo 2002
Tags : Gad Beirut Lerner
LERNER Gad Beirut (Libano) 7 dicembre 1954. Giornalista. Ex direttore del Tg1 • «Ascoltato fabbricatore di opinioni, politicamente a modo, ribadisce i concetti di assoluta laicità democrazia e antifascismo
LERNER Gad Beirut (Libano) 7 dicembre 1954. Giornalista. Ex direttore del Tg1 • «Ascoltato fabbricatore di opinioni, politicamente a modo, ribadisce i concetti di assoluta laicità democrazia e antifascismo. Cordaro, nel senso delle cordate editoriali, protegge e promuove un’etica giornalistica comunque gravata dalle inchieste dal sociologismo e dalle intolleranze intellettuali. Non è il nuovo Giorgio Bocca, anche perché ha letto Spinoza. Dà del cafone ai suoi ospiti dicendo: ”Se si alza in piedi è più gentile” e non batte ciglio, invece, quando dal pubblico dicono ”progetto ecosolidale”. di Milano, ma sembra di Torino» (Pietrangelo Buttafuoco, ”Dizionario dei nuovi italiani illustri e meschini”, 17/10/1998). «[…] Una famiglia allargata caotica e impegnativa, con cinque figli in tutto. Molte trasmissioni di successo. Un notevole impegno nel difendere Adriano Sofri. Un carattere spigoloso, che risulta un po’ antipatico a chi preferisce il buonismo imperante. Un passato da ribelle che non rinnega anche dopo aver attraversato le stanze del potere come vicedirettore della ”Stampa” […] ”[…] io sono un ebreo fortunato, un italiano che ha vissuto da apolide per metà della sua vita, un ex militante di Lotta Continua che non ha motivi di vergognarsi […] da sedicenne stavo in un movimento diverso, il gruppo Gramsci. Un ambiente molto interessante. C’erano intellettuali, economisti, filosofi […] Ginnasio al Parini, liceo al Berchet. Una bocciatura. Un anno alle scuole serali dove ho conosciuto ragazzi molto diversi da me, come quell’operaio del Sud che mi mostrava con orgoglio le mutandine di pizzo che gli mandava la sua fidanzata. Le teneva sempre in tasca […] Calabresi lo hanno ucciso nel ”72. Io sono entrato in Lotta Continua nel ”73 […] Lotta Continua mi ha dato più di quello che mi ha tolto. Ero imbranato con le ragazze, timido. Nella politica ho trovato il terreno sul quale farmi ascoltare. Se in televisione non mi turba una platea urlante, lo debbo alle assemblee” […]» (Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” n. 9/2000). «Divoravo libri. Mi sollecitava la mia famiglia. Ero un bambino un po’ rachitico e molto emotivo. A pallone giocavo in porta […] Ho alcune passioni nella narrativa, tra cui l’israeliano Yehoshua di cui attendo con ansia il Nobel. Seguo molto il dibattito sul revisionismo storico […] Ammiro i registi e gli scrittori che sanno raggiungere tutti occupandosi di temi alti. Penso ai film di Spielberg che riporta nel Novecento l’esperienza divulgativa di altissimo livello che fu di Tolstoj nell’Ottocento» (Alain Elkann, ”Capital” n.1/1999). «Si tratta di un rarissimo esemplare di serpenonte, ossia di serpente incrociato con un camaleonte. Specializzato in camuffamenti rapidi, sempre imprevisti, sempre redditizi. Da giovane, il Serpenonte è stato un rivoluzionario estremista. Negli anni Settanta ha combattuto con furia il capitalismo nostrano, in primis la Fiat. La dipingeva come un lager nazista, dove si sterminavano i proletari. Se qualcuno scriveva che a Mirafiori erano soprattutto i capi a rimetterci le gambe e spesso la pelle, il Serpenonte strillava: è tutto falso, credete soltanto a noi che facciamo la lotta continua contro quell’aguzzino di Agnelli. E quando è passato al suo primo giornale borghese, L’espresso, seguitò a sparacchiare articoli livorosi contro l’Avvocato e il suo super-kapò, Cesarone Romiti, che col cappuccino si mangiavano, ogni mattina, un operaio del quinto livello. Ma i tempi richiedevano camuffamenti ardimentosi. E il Serpenonte passò nientemeno che al giornale di Agnelli & Romiti, da vicedirettore. Qui scoprì le delizie del pappa-e-ciccia con i padroni che aveva sempre odiato. Il santuario di Villar Perosa, dimora del sovrano di Mirafiori, lo faceva sognare di giorno. Provò l’emozione di librarsi in cielo con l’Avvocato, sul suo elicottero, e ci scrisse un articolo sbavante. Cominciò ad alzare tronetti televisivi a Romiti. Vergò a Bettino Craxi una lettera che persino il Foglio di Giuliano Ferrara bollò come ”untuosa” e un po’ ruffiana". Infine si preparò per tempo alla vittoria dell’Ulivo, pianta congeniale al Serpenonte quant’altre mai» (Giampaolo Pansa, ”L’espresso” 29/6/2000).