Varie, 4 marzo 2002
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Lindgren Astrid
• Vimmerby (Svezia) 14 novembre 1907, Stoccolma (Svezia) 28 gennaio 2002. Scrittrice. «La ”mamma” di Pippi Calzelunghe [...] Nata in una ”vecchia casa rossa, circondata da alberi di mele”, come lei stessa aveva raccontato, in un piccolo villaggio svedese. E quell’infanzia immersa nella natura, a contatto con gli animali, ritornò anni dopo, quando si dedicò alla scrittura, come sfondo a tutti i suoi libri. A 19 anni si trasferì a Stoccolma, lavorò come segretaria, si sposò, ebbe due figli. E fu proprio la sua bambina, Karin, a inventare il nome Pippi Calzelunghe. ”Nel 1941 era a letto malata di polmonite. E una sera mi chiese di parlarle di Pippi Calzelunghe. Si inventò quel nome lì per lì”, scrisse la Lindgren. ”Cominciai a raccontare una storia e poiché il nome di Pippi era piuttosto strano, lei stessa diventò una strana ragazza”. Nessuno poteva immaginare che quella monella con i capelli rossi raccolti in due rigide trecce, sarebbe diventata, tre anni più tardi, la protagonista di una serie di tre libri tradotti in sessanta lingue e diffusi in oltre 130 milioni di copie in tutto il mondo. Un successo della letteratura per l’infanzia, secondo solo a Pinocchio, che ha ispirato ventisette riduzioni cinematografiche e una decina di serie televisive. La più celebre fu quella del 1969, trasmessa in Italia dalla Rai a partire del 6 settembre 1970 con un motivetto che molte generazioni ricordano: ”Pippi, Pippi, Pippi è un nome che fa ridere, ma voi riderete per quello che farò”. Le straordinarie avventure della ragazzina dai poteri magici ancora prima di Harry Potter, con i calzettoni bianchi e rossi tenuti su da vecchie giarrettiere, che vive in una villetta in compagnia di una scimmia di nome signor Nelsson e di un cavallo detto ”zietto” (la madre è morta, il padre, marinaio, vive sull’isola di Taka-Tuka) conquistarono fin da subito il pubblico dei ragazzi e soprattutto delle ragazze, affascinate da quella creatura libera, piena di risorse e di fantasia, capace di irridere in modo leggero istituzioni come la polizia o le dame di carità, ma anche le convenzioni, comprese quelle che fino ad allora avevano regolato la letteratura infantile, legata a un pesante moralismo. Pippi non fu l’unico personaggio inventato da Astrid Lindgren. Sue creature furono anche Rasmus il vagabondo, i fratelli Cuordileone, Ronja la figlia del brigante, Karlsson il bambino con un’elica nella schiena che vive sul tetto, i ragazzi di città che vanno in vacanza sull’isola dei gabbiani e diventano amici di una famiglia del luogo che li coinvolge in una serie di avventure melodrammatiche. E poi Emil il terribile, protagonista, insieme al fedele porcellino, di un altro telefilm caro ai bambini degli anni Settanta, ambientato in un mondo contadino grottesco ed esilarante. Ma anche, nel 1976, Pomperipossa nel mondo del denaro, una feroce satira in cui la Lindgren criticava la finanziaria che l’aveva costretta a versare allo Stato una tassa superiore alle sue entrate e che costrinse il governo a cambiare la legge. La fama che le diedero i libri (in Italia sono tradotti da Salani), le procurò una grande autorevolezza. In Svezia la vecchia signora usò il suo nome per combattere le cause in cui credeva, anche se non sempre con successo: nel ’94 si dichiarò contraria all’ingresso della Svezia nell’Unione Europea perché, disse, ”in Europa gli animali sono trattati come merci e la Svezia rischia di adeguarsi a questi standard”. Ma il mondo reale è più crudele di quello della fantasia e la battaglia andò male perché i suoi concittadini, con un referendum, decisero il contrario. Ora Astrid Lindgren è morta, ma Pippi Calzelunghe avrà per sempre nove anni. Molti anni fa, convinta che rimanere bambini fosse il modo migliore per evitare delusioni, la sua creatrice le aveva fatto un regalo: un paio di pillole per non crescere mai» (Cristina Taglietti, ”Corriere della Sera” 29/1/2002).