Varie, 4 marzo 2002
LISI
LISI Virna (Pieralisi) Ancona 8 novembre 1936. Attrice. «Interprete di rango, per anni ”punita” dal cinema per la sua bellezza - ha cominciato ad ottenere i ruoli che davvero le piacevano intorno ai quarant’anni, un’età in cui di solito le attrici vengono messe in soffitta [...] Al cinema arrivò appena quattordicenne: ”Cominciai con un film acqua, sapone e canzonette ...E Napoli canta, con Giacomo Rondinella. Fu lui, che era figlio di un amico di mio padre, ad avere l’idea di farmi recitare. Papà fece qualche difficoltà, volle che fossi sempre accompagnata, ma al dunque disse di sì. Così ebbi l’occasione di sfuggire alla scuola. che detestavo”. Da suo padre, che era rappresentante, ”più bello di Clark Gable”, ha preso l’altezza e la figura. Da sua madre ha ereditato gli occhi chiari e i capelli biondi cui tante volte ha rinunciato per ragioni di copione: ”Germi mi volle castana, Brusati rossa e con le lentiggini, la Cavani mi ha spenta e ingrigita per il ruolo della sorella di Nietzsche. Era il ”77 e solo allora - dopo più di vent’anni di mestiere - la critica si accorse che sapevo recitare. Fui definita ”una rivelazione’, ”inaspettata’, ”sorprendente’”. Una vita di cinema e di teatro: ha recitato con Strehler e con Squarzina senza mai perdere d’occhio la famiglia, ”Ho cercato di essere una di quelle mogli e di quelle madri che vogliono esserci sempre, diventando il motore, il persno della vita di casa” [...]» (Patrizia Carrano, ”Sette” n. 6/1997). «Sono un’attrice, una lavoratrice. Ho dedicato quasi quarant’anni e a me non mi sta bene affatto di essere fraintesa e pensare che sono una diva […] Sono molto radicata nel mio parentado, genitori, amici, i miei figli. Mi ha aiutato molto nel mio modo di lavorare […] Sono una nonna dolcissima, affettuosa. Li vizio quasi in modo indecente e mio figlio mi ammazzerebbe per quello che faccio […] Cominciai con un film quando non avevo nemmeno 15 anni. Il figlio di un amico di mio padre voleva che facessi un provino. Lo feci con grandissima resistenza da parte di mio padre inizialmente, perché era un uomo ottocentesco. Superai il provino e iniziai. Poi visto che avevo cominciato direttamente nel cinema uscendo dai banchi di scuola feci per lunghi anni del teatro e poi tornai al cinema ed alla televisione […] Mi faceva piacere avere una bocca bellissima e un sorriso che incantava […] La natura mi piace da impazzire. Adoro il mare e poi leggere, la musica» (’La Stampa” 4/3/2001). Quanto ha contato la bellezza? «Tanto. Sono stata fortunata, è un dono di natura. Mai credere a quelle che dicono ”è stato un ostacolo”. Macché ostacolo e ostacolo, se sei bello la vita è più facile. Da piccola a scuola ero un disastro, ma la maestra diceva a mia madre: ”Che le importa signora, sua figlia è talmente bella”. Ho iniziato a recitare per caso, ragazzina, grazie a un provino che fece infuriare mio padre. Era il 1953. Non sarei sincera se non dicessi che in tutti questi anni i ruoli importanti sono arrivati tardi. [...] Mi sceglievano per fare la ”fidanzata elegante”, la ”mogliettina cretina”. Sognavo ruoli di donne adulte, vere. Sono scappata da Hollywood, figuriamoci, volevano trasformarmi nell’erede di Marilyn. Tutta cotonata, un incubo. [...] Sono orgogliosa delle mie rughe. Non mi faccio mettere le mani sul viso da nessuno, pensi che da quando ho iniziato a fare l’attrice mi sono sempre truccata da sola. Non racconto frottole come tante colleghe che dicono di non far niente e si vede lontano un miglio che sono ritoccate. Diventano tutte uguali. [...] Al cinema sono stata felice d’imbruttirmi, ingrassata per La cicala di Lattuada, invecchiata in Al di là del bene del male della Cavani. [...] Prima di fare l’attrice sono una spettatrice. Mi chiedo: è una storia che andrei a vedere? Soprattutto con la fiction, vista da milioni di persone, non puoi tradire il pubblico. La tv è potente, senti l’affetto della gente”» (Silvia Fumarola, ”la Repubblica” 24/1/2004).