Varie, 4 marzo 2002
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Maclaine Shirley
• Richmond (Stati Uniti) 24 aprile 1934. Attrice • «Dice che nelle vite passate ha sedotto Carlomagno e gli ha dato tre figli, ha guarito un sultano dall’impotenza, ha studiato astrologia e astronomia. Nella vita reale, invece, Shirley MacLaine, attrice, sorella di Warren Beatty, ha girato una cinquantina di film (con sei nomination e un Oscar) e ha pubblicato otto libri autobiografici, che raccontano la sua inarrestabile ricerca metafisico-spirituale. [...] “Avevo sette anni quando a James Town, in Virginia, ho avuto il primo ricordo della mia vita precedente: per tutta la vita poi ho continuato a rivivere esperienze passate. Quando ho cominciato a lavorare nel mondo dello spettacolo, mi sono subito sentita guidata. E il successo è arrivato facilmente. L’energia non muore, può solo trasformarsi. E nessuno muore. Anche mio padre e mia madre mi hanno aiutato nel cammino della vita”» (Alessandra Venezia, “Panorama” 10/8/2000). «[...] “Essere un’attrice è una esperienza metafisica. E io ho avuto il massimo, da Hitchcock a Billy Wilder. In fondo, mi sono mancati due soli maestri: David Lean e Fred Zinnemann. Ho avuto tutti gli altri”. Ha avuto anche gli uomini più interessanti, da Frank Sinatra a Dean Martin al grande amore per Robert Mitchum e per Andreij Konchalovski, a noti politici negli anni in cui era un’attivista democratica. “Una pasionaria dei diritti civili e della vera democrazia Usa [...] Passionale sono stata anche con gli uomini; sì, anche con qualche collega. Dico sempre alle mie giovani partner: l’amore con un attore dura quattro mesi, ma vale sempre la pena di viverlo. Però, quando ho visto quello che è accaduto tra Jen Aniston e Brad Pitt — ottimo attore e uomo molto bello, io me ne intendo — ho telefonato a lei per sapere com’era andata: beh, non ci ho capito nulla. Con Jennifer avevo appena finito di girare il seguito de Il laureato, in cui io —mi perdoni Anne Bancroft, dovunque si trovi — sono una sboccata, volgare, anticonformista e molto, molto spregiudicata Mrs Robinson. A proposito di attori, mi piace anche George Clooney perché ha lo charme dei divi di Hollywood di un tempo... [...] Hollywood non fa affatto schifo, si fanno film piccoli e bellissimi o grandi e fracassoni. Il problema non sono i film, ma chi sta ai vertici degli studios e pensa solo agli incassi del weekend. Ma noi attori e alcuni ottimi registi ce la facciamo ancora a dribblare il marketing” [...] l’ironia che nell’83 le ha fatto dire, ricevendo l’Oscar per Voglia di tenerezza: “Non vi ringrazierò, me lo merito”. La statuetta le era stata negata già per Qualcuno verrà di Minnelli, con Sinatra e Dean Martin... “Il più bello era Dean, ma Frank ci sapeva fare e... strafare. Restammo amici anche quando diventò repubblicano, cosa imperdonabile, oggi più di ieri. Reagan sapeva capire la gente, almeno, e ho detto tutto”. Poi c’erano stati L’appartamento e Irma la dolce... “Sì, ero una attrice e una... diva. Ce n’erano altre? Non me le ricordo: ah sì, Elizabeth Taylor, Julie Andrews. Lauren Bacall aveva sposato Humphrey Bogart e via, poi è nata dieci anni prima di me, non confondiamo. Poi in fondo c’erano Debbie Reynoldse Doris Day alla quale dovrebbero assolutamente dare l’Oscar alla carriera nel 2006 [...]”» (Giovanna Grassi, “Corriere della Sera” 30/8/2005).