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 2002  marzo 04 Lunedì calendario

MAGGIONI Monica

MAGGIONI Monica Milano 20 maggio 1964. Giornalista Rai • «È stata l’unica giornalista italiana “embedded” al seguito dell’esercito americano in Iraq. Causando anche polemiche. È giusto che un giornalista segua una guerra praticamente arruolato in uno dei due eserciti? [...] “Chi parla di censura non sa che cosa dice. Paolo Serventi Longhi, segretario del sindacato della stampa, ha scritto che i giornalisti embedded erano sottoposti alle peggiori censure. Ma perché non ha mai alzato il telefono per chiedermi se mi sentivo censurata? Gli avrei spiegato che nessuno vedeva i miei pezzi prima che andassero in onda. Ho fatto vedere soldati morti, feriti, ho usato la mia sensibilità, non quella dell’esercito americano. Entravo e uscivo dalle tende, filmavo elicotteri, intervistavo i ragazzi che piangevano dicendo: ‘Ho voglia di tornare a casa, non ne posso più’. E nessuno mi ha detto: ‘No, questo lede la nostra immagine, non lo fare’. Forse che a Bagdad, prima della caduta del regime, si raccontava la guerra con maggiore libertà? [...] La prima notte ero sconvolta, sulla mia brandina in mezzo a una camerata piena di soldati. E la mattina dopo, ero nel bagno a lavarmi i denti, ho alzato gli occhi sullo specchio e ho visto dieci enormi soldatoni neri. Mi sono chiesta: ‘Oddio, cosa sto facendo qui?’ [...] La guerra è una cosa estrema. Adrenalina galoppante [...] Mia mamma lavorava in amministrazione al ‘Giorno’. I suoi amici erano Marco Nozza, Tiziano Terzani, Nantas Salvalaggio, Natalia Aspesi. Era il mitico ‘Giorno’ degli anni Sessanta [...] andavo a scuola a Lecco. La politica era una roba molto forte, vivevamo ancora l’onda lunga del ’68. Io ero quella di sinistra, compagnissima. Ricordo scontri furiosi con quelli di destra [...] Un mio compagno, per torturarmi, mi faceva sentire i discorsi del Duce. Un giorno ci siamo proprio litigati di brutto e mi infilò una matita nel braccio. Il resto del mondo era in pieno riflusso. Noi eravamo ancora incazzosissimi. Mio padre era un sindacalista duro della Pirelli-Bicocca [...] Sapevo a memoria tutte le canzoni di Guccini e le so ancora, giuro? [...] Anche la Locomotiva. È una palla lo so. Guccini dell’ultima ora è stupendo, musicalissimo. Quello della prima è una nenia [...] Risposi a un annuncio. Era un mensile specializzato di moda. Mi dissi: ‘Da qualche parte bisogna pure cominciare’. [...] un concorso per entrare nella scuola della Rai di Perugia. Alla fine sono andata due anni in Francia, a Euronews e poi sono approdata a Tv7, con Romano Tamberlich. Non guadagnavo un tubo ma era divertentissimo. Quindi fui assunta al Tg1 [...] Ne dissero di tutti i colori. Una principiante alla guida di Uno Mattina! Ma io non ero principiante. Avevo 30 anni [...] Detesto Maria De Filippi, quel trash trascinato, quelle quattro povere casalinghe acchittate come strappone portate lì a urlare con quattro ragazzi ‘aho, aho’. Terrificante” [...]» (Claudio Sabelli Fioretti, “Sette” 28/8/2003).