Varie, 4 marzo 2002
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MAIER Hermann Altenmarkt (Austria) 7 dicembre 1972. Ex sciatore (alpino). Ha vinto 4 Coppe del mondo più 2 di discesa, 5 di superG e 3 di gigante; 2 ori, 1 argento e 1 bronzo olimpici, 3 ori, 2 argenti e 1 bronzo mondiali
MAIER Hermann Altenmarkt (Austria) 7 dicembre 1972. Ex sciatore (alpino). Ha vinto 4 Coppe del mondo più 2 di discesa, 5 di superG e 3 di gigante; 2 ori, 1 argento e 1 bronzo olimpici, 3 ori, 2 argenti e 1 bronzo mondiali. 54 vittorie in Coppa del mondo, nel 2001 rischiò l’amputazione della gamba destra per un incidente in moto • «[...] ex muratore [...] è arrivato al successo relativamente tardi, nel 1997, quando aveva sulle spalle 25 primavere. Emerse in superG, gara particolare in cui bisogna sapere leggere la pista e poi buttarsi a capofitto senza nessuna prova. Ha sempre pilotato gli sci facendoli galleggiare sulle superfici ghiacciate. Sfogava la sua potenza sciando sul velluto. [...] Dal 1998 ha cominciato a dominare il Circo Bianco. Lasciava agli altri sole le briciole. Finché alle 19.30 del 24 agosto 2001 un’auto, mentre stava tornado in moto a casa gli tagliò la strada. L’impatto fu terribile: riportò la frattura scomposta di tibia e perone della gamba destra, rischiando anche l’ amputazione. Fu portato in elicottero a Salisburgo, dove fu sottoposto a un intervento di 7 ore. Le sue ossa furono rimesse in asse tramite fili di titanio. Con un intervento di chirurgia plastica gli fu asportata la pelle dal braccio sinistro per chiudere parzialmente la zona della ferita. Due anni dopo però era di nuovo grande. Capace di tornare a vincere. Un recupero incredibile. I successi Herminator ha vinto due ori, un argento e un bronzo ai Giochi; tre ori, due argenti e un bronzo ai Mondiali: quattro Coppe del mondo, due Coppe di discesa, 5 Coppe di superG, tre gi gante. Si è imposto in 54 gare di Coppa, secondo solo a Stenmark (86). Cifre dicono che è stato uno dei più grandi della storia. Dopo l’incidente il suo carattere si è addolcito un po’. Prima era difficile da avvicinare, quasi ringhiava quando si cercava di aprire una breccia nella sua riservatezza. diventato sim patico, più aperto. Ora ha anche pianto, Herminator è tornato umano» (Gianni Merlo, ”La Gazzetta dello Sport” 14/10/2009) • «Chi lo venera lo chiama Herminator. Chi invece lo odia, Hormonator. Colpa delle sue mostruose cosce, di otto improvvisi chili in più (1996) e del professor Pensold, il discusso endocrinologo che dopava le nuotatrici dell’ex Germania Est e che si occupò del fuoriclasse austriaco. Al suo paese, Flachau, c’è una Hermann Maier strasse e davanti all’ufficio postale, in un parcheggio, hanno eretto una statua in bronzo che lo raffigura mentre supera una porta di superG […] Schwarzenegger gli ha proposto di girare assieme un film: due machos al quadrato. [...]» (Leonardo Coen, ”la Repubblica” 1/2/2002) • «’Da ragazzo sciavo come un forsennato, partecipavo a tutte le gare possibili ed immaginabili della mia regione, fino a restare senza fiato. Sognavo solo di poter correre un giorno in Coppa del Mondo. Mio padre lavorava in fabbrica, la più grande del mio paese, Flachau, ma era l’azienda degli sci Atomic. Dai suoi cancelli passavano i campioni della squadra austriaca. Poi, a quindici anni, le mie ginocchia si ammalarono. Escrescenze ossee: dovetti smettere di gareggiare. Venni operato. Ero diventato più debole. Dicevano che non avrei più combinato nulla di buono. Per irrobustirmi feci l’apprendista muratore. Tiravo su quintali di muri, e potenziavo i muscoli in palestra. Divenni pure maestro di sci, e ripresi a correre nei campionati minori, dove cominciai a vincere. Ma io ero un muratore, uno che si allenava da solo. E quelli della federazione austriaca mi boicottavano. Solo i miei compaesani credevano ciecamente in me. E l’Atomic. Fu grazie alla fabbrica che Flachau ebbe la sua prima gara di Coppa del Mondo. Era il gennaio del 1996. Gli organizzatori mi dettero uno dei quattro pettorali destinati agli apripista. Però, d’accordo con i cronometristi, presero il mio tempo. Indossavo una tuta blu da snowboard, assomigliava al costume di spiderman. Il mio fu l’undicesimo tempo assoluto” […] Dopo la bravata di quel gennaio del 1996, i dirigenti dello sci austriaco capirono che avevano trovato il fuoriclasse inseguito per decenni; lo schierarono nella squadra di Coppa Europa. Maier vinse il titolo, guadagnò l’ammissione alle finali di Coppa del Mondo e finì undicesimo nel superG. Il sogno era ormai realtà. Nel gennaio del 1997 si spezza la mano a Chamonix, durante la sua prima libera di Coppa. Torna alle competizioni un mese dopo: e trionfa a Garmish. […] Avidi come lui, nello sport si sono stati soltanto Eddy Merckx […] Ed Moses […] Carl Lewis […] Al di là delle polemiche e dei sospetti sulla sua preparazione, è davvero un gigante dello sci, un fenomeno che esula da qualsiasi schema. Si basa moltissimo sull’istinto, sovente feroce – di una ferocia sportiva che sa d’antico, d’altre generazioni. […] Anche politicamente si differenzia da molti suoi colleghi: non ha mai ceduto alle lusinghe di Jorg Haider» (Leonardo Coen, ”la Repubblica” 11/3/2001) • «Certo, restano i dubbi sulle effettive ragioni relative ai clamorosi sbalzi di rendimento di ”Herminator”: come se rispondessero a particolari cicli di una ancor più particolare preparazione. L’ascesa folgorante e brutale di Maier è coincisa con la sua altrettanto folgorante (e discussa) trasmutazione fisica, chili e chili i muscoli in più che si tradicevano in una impressionante potenza ed aggressività, ma anche in una tecnica innovativa, rispetto all’era Tomba. Maier esasperava le traiettorie in curva e guadagnava secondi preziosi. Curve più tagliate grazie al pieno appoggio sui due sci e al piegamento delle gambe più ampio e prolungato rispetto a quanto faceva Alberto. Insomma, una trazione integrale più dispendiosa ma assai efficace. Dove scovava tutta l’energia necessaria? Quale era il segreto delle sue poderose gambe? ”Nessun mistero”, si difendeva e si difende Maier, è solo il frutto di un allenamento draconiano. Dissipare dubbi, allontanare ombre e chiacchierelo irritano, ovviamente. Ma che ci faceva nel suo entourage il professore tedesco Pansold che praticava doping di Stato quando si occupava delle nuotatrici della Germania Est? [...] Le polemiche e i sospetti hanno sempre avvelenato le superbe prestazioni di Maier, ed è un peccato perché [...] Scia in maniera straordinaria: la differenza tra lui e gli altri è evidente a colpo d’occhio. Quando è in forma [...]» ( Leonardo Coen, ”la Repubblica” 4/3/2001).