Claudio Rendina, "la Repubblica" 4/3/2002., 4 marzo 2002
Santa Francesca Romana si chiamava Franceschella Bussi: sposa a dodici anni di Renzo Ponziani, "Ceccolella", come la ribattezzarono i romani, visse con il marito a casa Ponziani, in via dei Vascellari a Trastevere, ed ebbe tre figli, due dei quali morirono ancora bambini; fu "moglie e madre perfetta" ma ciononostante "non visse serena, per le quotidiane lotte che affrontò con il demonio che cercava di fiaccare il suo spirito religioso e l’inesauribile volontà di fare del bene, sottoponendola a ogni sorta di prove"
Santa Francesca Romana si chiamava Franceschella Bussi: sposa a dodici anni di Renzo Ponziani, "Ceccolella", come la ribattezzarono i romani, visse con il marito a casa Ponziani, in via dei Vascellari a Trastevere, ed ebbe tre figli, due dei quali morirono ancora bambini; fu "moglie e madre perfetta" ma ciononostante "non visse serena, per le quotidiane lotte che affrontò con il demonio che cercava di fiaccare il suo spirito religioso e l’inesauribile volontà di fare del bene, sottoponendola a ogni sorta di prove". Con la cognata Vannozza trasformò la casa in una bottega di carità, dando ricetto a poveri e affamati e fondo ai beni di famiglia (al punto che il suocero chiuse le riserve di grano); assistette anche il marito, rimasto invalido nel corso degli scontri con le truppe di Ladislao d’Angiò, ma ciò non le impedì di fondare, in Santa Maria Nova al Foro Romano, la comunità religiosa delle Oblate Benedettine di Monte Oliveto, che ebbero anche un convento a Tor de’ Specchi, sull’attuale via del Teatro di Marcello, ora indicato come monastero di Santa Francesca Romana. Alla morte del marito (1436) si ritirò definitivamente a Tor de’ Specchi, dove continuò a esser tormentata dal demonio che le appariva sotto l’aspetto di leone o di serpente; nel 1440 tornò a casa per assistere il figlio malato di peste e lo guarì; essendo malata anche lei e non avendo le forze per tornare al convento restò a casa sua e ci morì il 9 marzo dello stesso anno. Fu sepolta a Santa Maria Nova, che poi prese il suo nome. E’ venerata come la santa protettrice degli automobilisti in ricordo dell’angelo custode che la guidava camminandole accanto e che lei assicurava di riuscire a vedere.