Vittorio Zucconi su la Repubblica del 03/03/02 a pagina 15., 3 marzo 2002
Justin Chapman, bambino prodigio di otto anni che all’età di tre riusciva a risolvere i test d’intelligenza per adulti, è stato tolto alla mamma ed è ricoverato in una clinica psichiatrica di Denver
Justin Chapman, bambino prodigio di otto anni che all’età di tre riusciva a risolvere i test d’intelligenza per adulti, è stato tolto alla mamma ed è ricoverato in una clinica psichiatrica di Denver. La madre Elizabeth per anni aveva fatto credere che il figlio fosse un genio, compilando lei i moduli per misurare l’intelligenza dei bambini, oppure scaricando da Internet i test fatti dagli studenti americani più brillanti, modificandoli e facendoli passare per quelli di suo figlio. Così facendo, a sei anni Justin aveva ottenuto il diploma in un liceo a distanza, a sette l’iscrizione all’università di Rochester (New York), faceva conferenze retribuite e aveva un sito personale («Benvenuti nella casa del bambino più intelligente del mondo»). All’università, però, comincia a dare segni di squilibrio: non segue, si nasconde sotto i banchi, piange, urla, prende a calci muri e tavoli, smette di mangiare, vomita nelle aule. Gli psichiatri che lo hanno visitato assicurano che Justin è un bambino d’intelligenza normale e che anzi è «emotivamente e intellettualmente arretrato». In ospedale, dove ha tentato di suicidarsi con un flacone di analgesici, chiede continuamente di poter avere il suo gattino bianco e la coperta di Harry Potter.