varie, 5 marzo 2002
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Makeba Miriam
• Prospect Township (Sudafrica) 4 marzo 1932, Castel Volturno (Caserta) 10 novembre 2008. Cantante • «[...] la voce dell’Africa e, soprattutto, assieme a Nelson Mandela, il più conosciuto simbolo della lotta del popolo sudafricano contro l’apartheid. [...] carriera costellata di premi e di successi, una vita passata a cantare le canzoni del suo popolo e a parlare, con voce forte, davanti al mondo, contro il razzismo e la violenza. Come fece nel 1963, quando parlò per la prima volta davanti all’assemblea generale delle Nazioni Unite, e come fa ancora oggi, nei suoi concerti, ma anche in mille incontri con studenti, associazioni, governi, in un instancabile lavoro di promozione del suo paese. [...] ”ho avuto una vita bella e difficile e una carriera piena di successi. Ma il successo più grande è stato quello di vedere il mio paese libero. Oggi sono felice perché il Sudafrica è ancora un paese libero, perché quello che abbiamo conquistato non è andato distrutto [...] Le cose che io sognavo erano apparentemente semplici, la libertà di parola e di espressione, l’uguaglianza tra bianchi e neri, stessa scuola e stessa educazione per tutti, e molto di questo sta accadendo davvero. Certo non tutto quello che avevamo immaginato è già vero, la maggior parte della nostra gente sa che abbiamo che ancora molta strada da fare”» (Ernesto Assante, ”la Repubblica” 24/4/2004). « Il razzismo, quello duro, che ti costringe se hai la pelle nera in un mondo ”a parte”: Miriam Makeba l’ha conosciuto bene. Fin da bambina [...] ha sperimentato su di sé cosa vuol dire ”apartheid”: il dover vivere solo tra neri, uscire di casa solo con uno speciale passaporto, frequentare scuole, spiagge, autobus, bagni, locali pubblici, sempre e comunque ”separati”. [...] Oggi il Sud Africa per fortuna è tutt’altra cosa da quello che lei ha lasciato nel ”60, espulsa per le sue prese di posizione e la sua amicizia con Nelson Mandela. Trent’anni di esilio. Makeba tornò casa solo nel ”90, quando Mandela uscì dal carcere e diventò il presidente simbolo della nuova Africa. [...] La sua voce emozionante unisce e mescola tutte le musiche dell’Africa, dall’afro-beat al jazz, dai ritmi zulu a quelli dei griot, i cantastorie neri. Ma tra tante canzoni che raccontano l’orgoglio di essere ”black”, quella che resta più famosa tutt’oggi, che sempre continuano a chiederle, è Pata Pata. ”Non ne posso davvero più, è diventata un’ossessione”, sbotta. [...]» (Giuseppina Manin, ”Corriere della Sera” 24/7/2005). «[...] Figlia di una medium in contatto con le forze spirituali, Miriam Makeba non ha mai fatto mistero di usare la sua voce come un esorcismo capace di liberarla, anche solo temporaneamente, da quell’inquietudine che sin dal principio ha accompagnato la sua vita. [...] Era il 1959 quando, dopo un ruolo da protagonista nel musical King Kong, ottiene una piccola parte nel film anti-apartheid Come Back Africa. l’inizio della sua ascesa allo stardom internazionale, ma è anche il principio del suo esilio dall’amato Sudafrica: in un attimo si ritrova prima al Festival di Cannes, per la première del film, poi negli Stati Uniti, invitata a cantare nella crema dei jazz club newyorkesi e in altre occasioni straordinarie (il compleanno del presidente Kennedy). un trionfo su tutta la linea, immediato e inatteso. Ma i guai nella sua vita non si sarebbero fatti attendere nemmeno allora. Alla morte della madre, nel 1960, la Makeba scopre che il suo passaporto è stato cancellato dalle autorità sudafricane, che di fatto le impediscono di tornare in patria anche solo per il funerale. Di lì comincia un lungo esilio, trent’anni, che la porterà prima in America, poi, dopo l’ostracismo dell’establishment per il suo matrimonio con la ”pantera” Stokely Carmichael, in Guinea, ospite dell’amico e rivoluzionario Sekou Toure, e infine in Kenya, terra dove ”prese in prestito” la canzone Malaika, che finì per diventare una hit clamorosa. Quando infine, nel 1990, l’amico e attivista politico Nelson Mandela diventa presidente democraticamente eletto della Repubblica del Sudafrica, Miriam Makeba torna nella sua terra accolta come un’imperatrice [...] la celeberrima energia di cui è dotata, che lei paragona a quella di una formica. [...]» (Mauro Zanda, ”il manifesto” 23/7/2005).