Varie, 5 marzo 2002
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Malick Terrence
• Waco (Stati Uniti) 30 novembre 1943. Regista • «È il più misterioso dei registi americani. Ha realizzato pochi film (ogni volta una sua opera è attesa come un evento), esistono di lui pochissime immagini. Non ama farsi fotografare e si fece vedere poco in giro anche per il lancio de La sottile linea rossa che nel ’99 ebbe una valanga di nomination agli Oscar. [...] professore di Letteratura e Storia, è regista di film davvero indimenticabili come Badlands e I giorni del cielo. [...]» (G. Gs., “Corriere della Sera” 5/12/2005). «Guardando i suoi film a volte si ha la sensazione che le cose, i mondi vitali, i sentimenti, il tempo stesso (tempo bergsoniano, se applicato al suo cinema), siano governati dalla distanza. Più che la prossimità è la distanza a fornire senso al reale, a definirlo nella sua sfuggente, inesauribile calma. Ciò che sembra a disposizione, a portata di mano, appare perciò remoto e intoccabile. La distanza non è una misura, ma uno stile di vita. Si direbbe, lo stile di un uomo che ha scelto, o si è imposto, di non apparire, di non dichiarare, di non intervenire. Se qualcosa deve parlare, sono i suoi film a farlo: tre capolavori girati in poco meno di trent’anni: Badlands (1973, uscito in Italia con il titolo fuorviante La rabbia giovane), I giorni del cielo (del 1978) e il recente La sottile linea rossa. [...] Fisicamente Malick non si discosta dalle rare foto che di lui circolano: è alto e robusto. Il volto emana franchezza e quiete, una barba rada incornicia una testa calva e un sorriso enigmatico. Le scarne note biografiche dicono che è nato a Ottawa nell’Illinois nel 1943 e che buona parte della sua gioventù egli l’ha passata nel Texas, dove suo padre ha lavorato come dirigente di una compagnia di petroli. Due fratelli, uno finito tragicamente, e un’adolescenza solitaria. Poi la passione per il football giocato in un college. Studi ad Harvard, dove ha avuto fra gli altri come professore Stanley Cavell, un accademico studioso di Wittgenstein con una vera passione per il cinema. Si dice anche che abbia fatto il giornalista (“Newsweek”, “Life”) e lavorato saltuariamente per il “New Yorker”; ha insegnato al Mit di Boston, e studiato all’American Film Institut. La leggenda vuole che durante un viaggio in Europa abbia incontrato Heidegger in Germania e tradotto un suo libro. Quel che è certo è che a lungo ha soggiornato a Parigi. Attualmente vive a Austin nel Texas. [...] Sa tutto di Totò, della sua comicità e della sua immensa capacità di recitare con il corpo; chiede cosa pensiamo del cinema muto e quali sono i film che amiamo. Certo quelli di Buster Keaton e di Chaplin sono indiscutibili. E poi confessa che la coppia Oliver Hardy e Stan Laurel è all’origine della sua passione per il cinema. Mentre parla sovrappone, con movimenti lenti, le piccole mani; il busto resta eretto, quasi un retaggio di un’antica educazione» (Antonio Gnoli, “la Repubblica” 11/7/2001).