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 2002  marzo 05 Martedì calendario

MANCINO

MANCINO Nicola Montefalcione (Avellino) 15 ottobre 1931. Politico. Dal 2006 vicepresidente del Csm. Avvocato, segretario provinciale della Dc, consigliere comunale e capogruppo del partito ad Avellino per 17 anni, consigliere regionale e presidente della giunta regionale della Campania per due volte, è tra i fondatori del Ppi. Senatore dal 1976, è stato ministro dell’Interno nei governi Amato I e Ciampi. Presidente del Senato nella XIII legislatura • «[...] Soprannominato Piedone per la figura alta e ben piantata che tradisce la rustica progenie, Nicola è avvocato. Già il padre aveva fatto un salto sociale diventando ferroviere. Il giovanotto, dc dall’età della ragione, entrò nella cerchia di Fiorentino Sullo, re dei luoghi negli anni 50 e 60. Si trovò così al fianco di due insieme ai quali farà strada: Ciriaco De Mita e Gerardo Bianco. Sullo, che conosceva i suoi polli, considerò De Mita l’attaccante del gruppo, Bianco l’intellettuale e Mancino il ”mastacconcia”, cioè maestro nell’acconciare, ovvero recuperare rapporti e sistemare pendenze. ”Ictu oculi”, ne aveva individuata la predisposizione al pescebarilismo cerchiobottista. Mastacconcia fu incaricato di combattere i monarchici di Achille Lauro, molto forti anche nell’Avellinese. Intrecciò epiche battaglie con Emilio D’Amore, il ras locale. Poi, com’è nella sua natura, Nicola sparse vaselina e i due sono diventati amici. Lo sono anche adesso che D’Amore è ultranovantenne. Quando alla fine degli anni 60 De Mita fece le scarpe a Sullo, sottraendogli l’elettorato, Mastacconcia si accodò a Ciriaco diventandone il principale pretoriano. Da allora ha fatto carriera nella sua ombra. Due volte presidente della Campania nei primi anni 1970, Piedone divenne senatore nel 1976 ed è stato sempre rieletto fino all’ingresso nel Csm, nel 2006. Del Senato, votato dalla sinistra, è stato anche presidente dal 1996 al 2001. Esperto in clientelismo più di De Mita, Nicola ruppe con Ciriaco nel 1994, quando, dopo avere retto il Viminale, fu chiaro che ad Avellino era più potente dell’altro e poteva distribuire più prebende di lui. Così l’amicizia fu travolta dall’invidia del compare. Gli andò invece meglio in due tristi occasioni. Fu accusato di avere preso tangenti sugli appalti post terremoto irpino e coperto i fondi neri del Sisde. In entrambi i casi fu assolto [...]» (Giancarlo Perna, ”Panorama” 31/1/2008) • «[...] ha un perfetto curriculum istituzionale e di partito, mai in prima linea ma sempre in ascesa. Dalla gavetta avellinese e campana sotto la tutela di un patriarca dc come Fiorentino Sullo, è approdato nel 1976 al Senato e da allora non lo ha più lasciato. Le sue fortune politiche sono legate al sodalizio con Ciriaco De Mita [...] incrinato [...] si dice [...] quando De Mita gli propose di affiancarlo in una lista campana alternativa al Ppi e lui rifiutò [...]» (’Il Foglio” 23/11/1996) • «Sono cattolico, con difetti e virtù, un uomo normale cresciuto in una famiglia religiosa […] Scrivo a penna. Avevo una ”Aurora” che è stata per lunghi anni la mia penna da lavoro. Nel 1992 il gruppo parlamentare che ho presieduto per otto anni mi ha regalato una penna stilografica d’oro, con incisa la data della mia elezione a capogruppo e quella della cessazione dell’incarico: 7.7.84-4.7.92. Questa è diventata la mia nuova penna […] Ho sempre preferito fare il capogruppo rispetto ad incarichi di governo. Nel 1992 fui nominato ministro dell’Interno, a cavallo tra l’assassinio di Falcone e quello di Borsellino. Quando sono andato a Palermo dopo via D’Amelio, ero al Viminale da appena diciotto giorni. La gente, che era accorsa numerosa, mi gridava: ”Mancino, vai via”. Mi sentii colpito, ferito […] Sono sturziano. Ritengo Sturzo il più grande pensatore politico del secolo Tra gli uomini politici di casa nostra ho ammirato De Gasperi per la scioltezza del linguaggio, la grande intuizione, il coraggio delle scelte. Ero molto legato ad Aldo Moro […] Da ragazzo tifavo per Ettore, il debole, non per Achille. Invece sul piano calcistico tifavo Torino perché era imbattibile […] La prima pagina di giornale che guardo ogni mattina è quella sportiva della ”Stampa”» (Nicola Mancino, ”La Stampa” 20/7/1997).