Varie, 5 marzo 2002
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Mandelson Peter
• Londra (Gran Bretagna) 21 ottobre 1953. Politico. Ministro dell’ Industria. Già commissario europeo per il commercio. Fu uno degli architetti del New Labour di Tony Blair • «[...] tutta la sua carriera politica è segnata da scontri, polemiche e anche qualche scandalo. Nei suoi ritratti compaiono sprazzi da macchietta: uno capace di pontificare per ore sulla ”terza via” tra socialismo e liberalismo e poi di farsi ”pizzicare”, come un banale faccendiere, per un prestito segreto di 373 mila sterline, con cui ha acquistato un lussuoso appartamento nel quartiere di Notting Hill a Londra. Uno ”nato bene”, (suo nonno Herbert Morrison fu ministro con Winston Churchill), e vissuto ”meglio”, tra cocktail e feste di amici miliardari e influenti, tra i quali i neo coniugi Carlo d’Inghilterra e Camilla che lo hanno avuto spesso ospite nel castello di Highgrove. Nello stesso tempo, però, si devono a Mandelson l’ascesa e i successi decennali di Tony Blair. lui che lo ha ”inventato” da zero, che di fatto lo ha portato di peso a Downing street con una campagna di immagine e propaganda, rimasta leggendaria tra gli esperti del settore. A Bruxelles il Commissario inglese non ha cambiato abitudini: vola alto con la strategia di apertura commerciale nei confronti dell’universo mondo; rischia di sbattere il muso per un invito (accettato) sul panfilo di Paul Allen, uno dei fondatori di Microsoft. [...] i bookmakers di William Hill accettano scommesse: pagano tre a uno il fatto che Mandelson non riesca a terminare il mandato di cinque anni a Bruxelles» (Giuseppe Sarcina, ”Corriere della Sera” 26/4/2005). «Quando lasciò il Governo, ”The Guardian” affermò che neanche Gesù Cristo ottenne una seconda resurrezione. La carriera politica di Mandelson era finita. [...] si dimise da ministro del Commercio a Natale 1998 dopo che fu reso pubblico il fatto di aver accettato un prestito da Geoffrey Robinson, le cui relazioni d’affari erano inquisite dal dicastero di Mandelson. Meno di un anno dopo a Mandelson venne assegnato il Ministero per l’Irlanda del Nord. Con grande stupore di amici e nemici, ancora una volta lasciò l’incarico, poco prima delle elezioni del 2001, con l’accusa di aver esercitato pressioni politiche a favore di due uomini d’affari, i fratelli Hinduja, perché questi ottenessero passaporti inglesi. Prosciolto, a detta sua, da un’inchiesta interna, sostiene da tanto tempo che un ritorno al potere potrebbe riabilitarlo dopo un torto subìto [...] "Quando iniziai il mio cammino verso la fine degli anni ’ 80, il partito laburista era stato sconfitto a malo modo e aveva poche speranze di ritornare in auge a meno che non fossero apportate riforme radicali. Io ero all’avanguardia di quelle riforme. Alcune persone diranno che ho portato avanti quel compito con fare minaccioso, altre che ero irriducibile, ma io ho agito senza pensare che come futuro politico eletto che aspira a un dicastero avrei avuto bisogno più di amici che di nemici"» (Patrick Wintour, "Corriere della Sera" 25/6/2004). «Uno dei fedelissimi di Tony Blair, l’’architetto del New Labour”, il tessitore delle trame interne al partito e lo stratega elettorale. Viene nominato capo di gabinetto nel 1997 (subito dopo la vittoria sui conservatori). L’anno dopo è ministro dell’industria, ma nel 1998 cade una prima volta e deve dimettersi: ha ricevuto un prestito di un miliardo dal sottosegretario del Tesoro. Viene richiamato da Blair nel 1999 come ministro per l’Irlanda del Nord ma nel 2000 è nuovamente costretto alle dimissioni per uno scandalo: in cambio di una donazione miliardaria fece avere il passaporto britannico a un discusso magnate inglese. ”Dimettersi è umano, ri-dimettersi è diabolico: c’è sempre stato qualcosa di mefistofelico in Peter Mandelson, [...] ma il fascino da ”principe delle tenebre’, in cui una volta si crogiolava, gli è venuto a noia: forse perché [...] sa che in politica si può certo risorgere, ma nemmeno a Lazzaro venne data una seconda occasione [...] Il re degli spin doctors [...] cade trafitto sulla propria spada. Lo spin è l’effetto che il giocatore di cricket imprime alla pallina (il taglio, direbbe un giocatore di biliardo) e spin è pure l’effetto che i manipolatori d’opinione pubbblica al servizio di Blair danno alle notizie. In questo Mandelson è maestro: fu lui, da gran pubblicitario, a lanciare la moda del New Labour che Blair stava creando, fu lui a convincere la ricca borghesia che i laburisti non sono più ”rossi pericolosi’, ad aprire canali con la casa reale (frequentando il principe Carlo) e coi magnati dei media (diventando amico della famiglia Murdoch). Astuto, insinuante, gentile fino all’affettazione, ha interpretato il ruolo di Rasputin con l’eleganza di Richelieu. In più, tenendo riservato il segreto più noto in città, la sua omosessualità, s’è creato un’aura di mistero: il ”sultano dell’intrigo’, in breve, era una star. Sotto sotto, però, cova ambizioni più modeste, da arrampicatore sociale. Gli piace la bella gente (i ricchi cioè), disdegna i quartieri popolari, si sente stretto nello stipendio da servitore dello Stato. E’ il suo tallone d’Achille: quando Blair lo premia, promuovendolo da sottosegretario per il Millennium Dome a ministro del Commercio, non dice d’aver ricevuto da un altro ministro un prestito miliardario per comprarsi una casa a Notting Hill [...] Quando il conflitto d’interessi è rivelato, alla vigilia di Natale del 1998, cade fragorosamente. Ma Blair ha bisogno del suo dottor sottile in Irlanda del Nord, lo perdona, lo riporta al governo. La carriera di Mandelson sembra di nuovo in carreggiata, se non fosse per la ”maledizione del Dome’ [...] Entrano infatti in scena i fratelli indiani Hindujaa» (Alessio Altichieri, ”Corriere della Sera” 25/1/2001).