varie, 5 marzo 2002
MANGO
MANGO (Giuseppe Mango) Lagonegro (Potenza) 6 novembre 1954. Cantante. Autore. «Cinque milioni di dischi in vent’anni, dieci album e un numero di fedelissimi pronti a seguirne ogni avventura [...] – Sono riuscito a regalare emozioni, sono un artista libero nelle scelte e ho fatto sempre quello che mi piaceva, senza pressioni da parte di nessuno [...] Non ho rimpianti, rifarei le stesse cose. Ho iniziato con una canzone di grande successo, Oro mi ha aperto la strada e dopo un debutto così felice non è facile confermarsi ad alti livelli. Quando ho incontrato strade in salita le ho affrontate e superate con lo stesso spirito [...] Capita di essere dissacrati, magari a scapito di colleghi bravi e blasonati, ma non sempre all’altezza del nome che portano. Pare che a qualcuno i dischi vengano sempre perfetti, poi quando li ascolti non condividi l’entusiasmo di chi magari ha bocciato il tuo lavoro e ti chiedi se almeno ti ha ascoltato” [...]» (’La Stampa” 28/11/2004). «Ha sempre investito sulla musica e sulla voce: il suo privato comprende una tranquilla e vispa famigliola, lontana dalle luci della ribalta e invece saldamente ancorata alla quieta città natale, Lagonegro in Basilicata, dove egli vive con la moglie Laura Valente (la bella voce che fu brevemente primadonna dei Matia Bazar quando se ne andò Antonella Ruggiero). [...] Unico suo vezzo conosciuto è la poesia [...] Vocalità unica, alla quale deve il primo grande successo con Oro, nel 1984; è una voce, la sua, che sempre più suona come una specie di ponte fra l’occidente e il primo oriente, una sorta di raccordo tra culture» (Marinella Venegoni, ”La Stampa” 12/6/2004). «’Potrei parlare di guerra, di delinquenza, di politica. Ma non ce la faccio come musicista ad essere interessato a queste cose che, però, assillano il mondo e anche i miei figli. E allora parlo di amore, come contrapposizione alle brutture del mondo. Un sentimento che non sempre è fine a se stesso [...]. Per un essere umano l’amore è la cosa più importante ma in un mondo come il nostro questo discorso va a farsi benedire. Per questo credo che la strada sia parlare di amore e non di guerra, anzi di amore contro la guerra e l’odio: è la risposta che do ai miei figli quando mi chiedono perché esiste la guerra. Un musicista ha il dovere di mantenersi integro e pulito e rispettare chi lo ascolta. [...]» (’La Stampa” 13/12/2005).