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 2002  marzo 05 Martedì calendario

MARCHEGIANI

MARCHEGIANI Luca Ancona 22 febbraio 1966. Ex calciatore. Portiere della Lazio campione d’Italia nel 1999/2000, ha vinto anche la coppa delle Coppe 1998/99, la supercoppa Europea 1999, la supercoppa italiana 1998 e 2000, le coppe Italia 1997/98 e 1999/2000, più quella 1992/93 con il Torino. Con la nazionale è stato vicecampione del mondo nel 1994. Ha concluso la carriera nel Chievo • « un portiere poco spettacolare, ma concreto, che bada alla sostanza, forte di una dote che fa riconoscere i migliori tra i pali: un piazzamento particolarmente puntuale. Appartiene alla scuola-Zoff, per capirci. Fa la prima apparizione in A con il Torino retrocesso nell’88-’89 e in maglia granata rimane altre quattro stagioni. Poi, dall’età di ventisette anni difende la rete della Lazio, fino alla conquista dello scudetto del 1999/2000. la riserva di Pagliuca in nazionale ai mondiali del ’94, dove gioca la sfida contro il Messico e l’ottavo di finale con la Nigeria. L’esplosione quasi contemporanea di Toldo e Buffon lo fa uscire, gradatamente, dal giro azzurro. Fondamentale nel ruolo di uomo spogliatoio, è abile nel saldare il gruppo e nel ricucire i rapporti tesi tra i compagni sia in azzurro che, soprattutto, in biancoazzurro [...]» (Dizionario del Calcio Italiano, a cura di Marco Sappino, Baldini&Castoldi 2000). «[...] Diciannove stagioni da professionista (o semi), per la precisione. Dal 1986 al 2005. Ha mosso i primi passi nella sua città, a Jesi, in C2. Si è fatto le ossa a Brescia, in B. esploso a Torino, con la maglia granata. Ha vinto a Roma, con la Lazio. Ha chiuso a Verona, in tempo per scrivere qualche altro capitolo della favola Chievo. [...] Più della longevità (389 partite in serie A), più dei successi [...] più delle parate [...] ha potuto la signorilitàdi questo ragazzo di Jesi. Per tutti, compagni e avversari, Marchegiani è il Conte. Un signore, in campo e fuori. Mai una polemica. Non perse il sorriso quando alla Lazio gli dissero gentilmente di accomodarsi in panchina per far posto aPeruzzi. Peccato che il giorno prima aveva vinto (da titolare) uno scudetto passato alla storia. E non fece una piega quando, sempre alla Lazio, gli comunicarono che non c’era più spazio per lui. ”Peccato, avrei voluto chiudere la carriera qui - disse - . Ma sarò sempre grato a questa società”. La riconoscenza, appunto. Un’altra virtù di Marchegiani. Quella mostrata a Zeman, per esempio. ”Anche se con Zdenek si rischiava parecchio [...] Ma con lui mi divertivo, anch’io partecipavo alla manovra”. Qualche papera l’ha commessa anche lui, ci mancherebbe. Una è rimasta celebre. Il 14 ottobre 1992 a Cagliari Marchegiani difende i pali della nazionale nella prima gara di qualificazione ai Mondiali americani. Dopo ventuno minuti la Svizzera è in vantaggio di due reti. Marchegiani è l’uomo in più degli elvetici. Esce a vuoto e regala ad Ohrel il primo gol, tenta di dribblare Chapuisat e invece gli consegna il pallone per il raddoppio. Quella sera perse il posto da titolare in azzurro. ” il mio rimpianto più grande. Ho giocato male le mie carte in un paio di momenti chiave della mia carriera, quando avrei potuto dare un’immagine diversa. Ma sono già fortunato ad averli vissuti. Altri non ci sono mai arrivati”» (Alessandro Catapano, ”La Gazzetta dello Sport” 18/8/2005).