Varie, 5 marzo 2002
MARCUZZI
MARCUZZI Alessia Roma 11 novembre 1972. Attrice. Conduttrice tv. Dal 2006 conduce Il Grande Fratello. Prima le Iene. Prima ancora con la Gialappa’s. Ha fatto un figlio col calciatore Simone Inzaghi. Adesso sta con un altro calciatore (Carlo Cudicini del Chelsea). « una di quelle donne belle che riescono a piacere anche alle donne. [...] alta, bionda, calendario munita, avrebbe le carte in regola per essere una sex bomb . Eppure non è così. Merito o colpa anche dei programmi di successo che la vedono protagonista in una veste ”normale”, se non addirittura goffa o vittima: la fiction Carabinieri; compagnona di Boldi e Abatantuono in Scherzi a parte [...] spalla di Luca e Paolo nelle inossidabili Iene [...] ”[...] sono piena di difetti. Uno dice: ”Sì, la Marcuzzi è una bella ragazza, ma è anche un po’ cavallona, con quel viso lungo, ”ste cosce lunghe’... Le donne non mi vedono come un pericolo [...] devo dire grazie al mio modo di fare, che non è per niente malizioso. In tv sono sfacciata, ma nella vita... [...] Una timidissima, soprattutto con gli uomini. Non mi pongo mai in maniera né seduttiva, né maliziosa. Invidio le donne che conquistano con lo sguardo. [...] Sono ragazzina, buffa. Dietro il fisico prorompente sono maldestra, cammino male. E l’uomo non si spaventa. Le donne, soprattutto oggi, possono spaventare molto [...] ho bisogno di protezione e questo fa sentire gli uomini molto uomini [...] Non mi è mai successo di volere qualcuno che non mi vuole [...]”» (Maria Volpe, ”Corriere della Sera” 20/2/2005). «Le misure: 100-60-95. Più del 90-60-90 di Marilyn. C’è di che essere sexy anche senza truccarsi. Una bambolona, una bonona, una biondona tutta curve. [...] ”Due anni di Colpo di fulmine: avevo una immagine di ragazzina, di sbarazzina, avevo un pubblico troppo infantile e dovevo cercare di conquistarne una fetta più alta. Beppe Caschetto, il mio agente, mi ha detto: il corpo ce l’hai, sei fine, hai la faccia da bambina e non da volgarona. Facciamo un bel servizio nudo. Io ero titubante. Mi hanno fatto vedere il book di molti fotografi. Io ho scelto un fotografo austriaco che fa delle fotografie pazzesche (Andreas H. Bitesnich, ndpm), corpi che si intrecciano, non vedi il seno, non vedi le parti intime, vedi solo la pelle [...] Mio padre è triestino. Non è bacchettone. Ha una sola fissazione: che qualcuno mi possa violentare. Da ragazza mi seguiva sempre col motorino per le vie di Roma [...] Mia madre è pugliese, un po’ bigotta e ha sofferto di più per le foto. Poi quando le ha viste le sono piaciute [...] La mia famiglia è ricca” [...]» (Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” n. 33/1997). «’Io sono al massimo un’amica di quelle con cui fare battute e scambiarsi le confidenze. Al massimo mi dicono che sono simpatica, ma non sono una seduttrice, gatte morte si nasce. Io non lo sono mai stata. Sono sgraziata, non sono femminile nel senso classico. Se ho conquistato qualcosa in tv è stato grazie alla comunicativa, al mio carattere. Stare davanti alle telecamere con naturalezza è un dono di natura, un talento, come saper scrivere o dipingere […] Io ho sempre puntato sulla personalità e a un certo punto ho voluto fare vedere che ero anche ”bona’. Il problema è che non ho mai imparato muovermi: sono alta quasi un metro e 80, ho le tette. Ferma immobile, tipo statua, faccio la mia figura” […] Viene da una famiglia borghese, è figlia unica, ha studiato dalle suore: perché ha deciso di fare televisione? ”Perché da piccola organizzavo le recite, come tante bambine ero un misto di timidezza ed esibizionismo, ma mi piaceva avere il pubblico, che poi in quel caso erano i miei genitori e quelli delle mie compagne, in pugno. Ho cominciato con la tv dei ragazzi, e mi divertivo. Mi piace comunicare, sono curiosa, non preparo niente, improvviso. Non ho mai avuto difficoltà a fare amicizia, mi butto. Nel bene e nel male sono me stessa anche in tv […] Vado d’accordo con tutti, sono una che si adatta alle situazioni. Veramente le uniche cattiverie le hanno dette sul mio seno: quando ero più piccola era talmente bello che dicevano ”è finto’, adesso che è sceso hanno capito che era vero […] Non sgomito, non litigo mai con le altre donne, c´è posto per chi vuole lavorare. Sono una persona fortunata e qualcosa devo restituire nella vita. Sono generosa. Oddio, ma non vorrei dare l’immagine di Santa Maria Goretti […] Al Festivalbar con Fiorello ho capito cosa vuol dire improvvisare. la tv che preferisco. Quando lavoro con i maschi, divento una di loro. La Gialappa’s mi massacrava, ma li adoro, i ragazzi delle Iene sono fratelli. […] Chi non mi conosce mi vede chiara, morbida, pensa a una donna d’altri tempi, invece ho fantasie tremende, mi piacciono i film horror, la musica di Marilyn Manson”» (Silvia Fumarola, ”la Repubblica” 29/8/2002). «[...] Recitando mi preparo per il futuro. Penso che fare l’attrice ti dia modo di non essere patetica andando avanti con gli anni. Calarsi in un personaggio non ti fa sentire ridicola, interpreti un ruolo, mentre in tv bisogna essere più veri possibile. Al Festivalbar sentivo un po’ stretti i panni della mamma che voleva fare la ragazzina a tutti i costi. Poi ci sono le eccezioni: la Carrà è pazzesca [...]» (Silvia Fumarola, ”la Repubblica” 22/8/2004). «[...] In Il mio West di Giovanni Veronesi, David Bowie doveva violentarmi. Mi tremavano le gambe, c’erano dei ragazzi che dormivano in Garfagnana, in mezzo al bosco, solo per vederlo. Era un set blindatissimo. Lui è carino ma soprattutto enigmatico, ha un carisma pazzesco. Harvey Keitel l’ho conosciuto meglio, sul set c’era la sua acting coach, lo aiutava a tirare fuori le cose giuste al momento giusto. Era molto affettuoso. Mi consigliò di andare in America a fare l’Actor’s Studio. Poi rimasi incinta e non partii, quando mi innamoro mi lascio completamente travolgere. L’Actor’s Studio rimarrà un sogno, ormai sono diventata vecchietta. Ricordo però che, qualche tempo dopo, Keitel venne in Italia. Sapeva che mio padre aveva una gioielleria. Entrò nel negozio e chiese perché non ero andata a studiare in America [...] A Mediaset sto benissimo, fin dai tempi di Colpo di fulmine. E a Le Iene non abbiamo risparmiato critiche alla proprietà. Ha ragione, Berlusconi, quando dice che nelle sue televisioni ci sono tantissimi comunisti. la verità”» (Andrea Scanzi, ”La Stampa” 29/12/2005).