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 2002  marzo 05 Martedì calendario

MARRA Pippo

MARRA Pippo (Giuseppe Pasquale Marra) Castelsilano (Crotone) 21 novembre 1936. «Padre e padrone dell’agenzia Adn Kronos, grand commis dei Palazzi romani e confidente di Francesco Cossiga [...]» (Luca Telese, “Sette” n. 3/1999) • «[...] ombra [...] di Francesco Cossiga di cui è amico, consigliere e condottiero senza patente di identità faziosa. Quello di non avere patente di identità faziosa è il capolavoro esistenziale di Pippo Marra. È accattivante, è trasversale, lui è propriamente l’italiano trasversale nell’accezione più delicata. È uno che mette pace. [...] Quando piomba nel Transatlantico di Montecitorio, per esempio, è capacissimo di uscirne avendo improvvisato tre o quattro incontri, inviti a cocktail, riunioni. Trasversale poi, Marra lo è nel senso che ha attraversato tutti. Da Arturo Michelini a Eugenio Cefis, da Bettino Craxi alla Democrazia cristiana, non senza privarsi dello stretto legame con Pinuccio Tatarella e di una corrispondenza con Massimo D’Alema. Partito dal Secolo d’Italia, dove da segretario di redazione diventò in un volo giornalista, entrò dalla porta secondaria dell’agenzia Adn per diventarne poi direttore, proprietario infine della miscela Adn-Kronos. Nell’ambiente missino e postmissino lasciò di sé il profumo dell’uomo di avventura, l’odore inebriante del successo di chi è uscito nel mondo appunto per fare successo, nell’ambiente giornalistico gli invidiano la serafica pazienza, le informazioni di prima mano, le frequentazioni tutte giuste. Del cossighismo che potrebbe essere la sua debolezza, Pippo Marra ne ha fatto un blasone di amicizia. Quando Fini fece Fiuggi, Cossiga che era stato tanto aspettato come Godot, sul palco si premurò di dire: “Non avrei potuto permettermi questa trasferta. Sono qui, grazie alla generosità del dottor Marra”. E dove c’è Marra c’è Cossiga, per cui non è mai chiaro se è Marra che si porta Cossiga o il contrario. Cossiga per esempio abita in uno splendido appartamento di Marra [...] Pippo ha il gusto speciale di farsi avanti e accompagnare soprattutto chi, come Cossiga, non ha mai voglia di andare avanti e restare solo. Multimedialista dell’editoria, inventore del “Libro dei fatti” (il best-seller ideato da Bruno Pellegrino, un libro con cui il mitico capo della polizia Vincenzo Parisi, faceva i regalini di Natale), Marra è anche un ottimo modello di contrapposizione al gigionismo di Eugenio Scalfari perché del suo lavoro, della passione editoriale, ha fatto certo un dignitoso impero, ma appunto una affettuosa fatica di consulenza, distribuita nel tempo a tutti quelli che per un motivo e per un altro, elegge come amici. A differenza dei Bel Ami a cui preme piacere, Marra che è un uomo di mondo, ovviamente dice colazione in luogo di pranzo e pranzo in luogo di cena, ma è uno che si scapicolla per far piacere gli altri, tutti i suoi amici, agli altri. Colonna in quanto colonna, Marra abita di fronte a Montecitorio, in via della Colonna Antonina e dal suo attico, da dove ogni dì fumigano i suoi quattro pacchetti di Malboro, vede scorrere e trascorrere tutte le malinconie della politica che pure, lui, ha attraversato in lungo e in largo cominciando a conoscerla al fianco di un grande galantuomo della destra dei galantuomini, Arturo Michelini, raffinandola oggi in una sorta di solidarietà tribale per gli amici, a cui trovare una collocazione, uno scopo, un ruolo. Come per Franco Viezzoli, stimato boiardo, a cui ha affidato la presidenza della sua Adn-Kronos. Giusto per non disperderne l’esperienza» (P. B., “Il Foglio” 2/9/1998).