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 2002  marzo 05 Martedì calendario

Marshall Garry

• (Gerry Kent Masciarelli) New York (Stati Uniti) 13 novembre 1934. Regista. Suo film più famoso: Pretty woman • «[...] ha creato serie tv come Happy Days e Mork e Mindy. Ha diretto film come Pretty Woman, Paura d’amare e Se scappi ti sposo. [...] “[...] si doveva chiamare come me: non Arthur Fonzarelli, ma Masciarelli. Non ‘Fonz’ (il nome nella versione originale, ndr) ma ‘Mash’. In quegli anni, però, andava in onda il telefilm Mash e cambiammo idea. Fonzie fu il vero protagonista della serie, anche se all’inizio il network non ci credeva: non volevano che sembrasse un teppista. Imposero che indossasse camicia, scarpe stringate, giacca a vento... Li convinsi a farlo assomigliare a un biker. Ma sa qual è il colmo? L’attore che lo impersonava, Henry Winkler, non sapeva andare in moto. Non stava in sella per più di 20 metri. Usavamo degli stunt. E con le ragazze... [...] Mio figlio di 7 anni si era annoiato di guardarlo. Gli chiesi perché e mi rispose: ‘Non ci sono mai alieni’. Così mi inventai che Ricky faceva un sogno in cui compariva un marziano, Williams per l’appunto. Da lì alla creazione della sit-com Mork e Mindy il passo è stato breve. [...] Sono cresciuto, con origini italiane, nel Bronx. Stesso quartiere e stesso periodo di Calvin Klein e Ralph Lauren. Il suo vero nome era Ralph Lifschitz, ma lui avrebbe preso a pugni chiunque lo avesse chiamato così. In fondo nessuno avrebbe comprato una ‘Polo by Lifschitz’ [...] nei miei film lavorano sempre fratelli, figli e nipoti. Ma lo stress nel girare un film è molto alto e quando una giornata va storta è importante avere intorno qualcuno di vero. Buona parte dello show business è pura bugia e l’unico modo per trovare un po’ di verità è attraverso la famiglia. [...]”» (Massimo Castelli, “Panorama” 4/3/2010) • «[...] Mi piacciono le storie d’amore e il mio pubblico d’elezione è quello femminile [...] avrei voluto giocare con gli Yankees, ma non è andata, e sono finito a raccontare l’amore al cinema [...]» (Fed. Pont., “Il Fatto Quotidiano” 17/2/2010).