Varie, 5 marzo 2002
MATTARELLA Sergio
MATTARELLA Sergio Palermo 23 luglio 1941. Politico. Dal 5 ottobre 2011 giudice della Corte Costituzionale (eletto per un voto, 572-571, dopo tre fumate nere) • «[...] più volte ministro e vicepresidente del Consiglio nel governo D’Alema [...] Professore di diritto parlamentare [...] ha militato nella Dc, nel Ppi, nella Margherita e nell’Ulivo. [...]» (“la Repubblica” 6/10/2011) • «[...] per una stagione politica ha vissuto anche di luce riflessa. Quella delle norme elettorali che furono denominate “mattarellum”, con cui si è votato l’ultima volta nel 2001, che adottavano collegi uninominali e un sistema maggioritario per il 75 per cento degli eletti: “Nostalgia della mia legge elettorale? Il problema non è quello che penso io ma la gente. E la gente rimpiange sempre di più quelle norme. Consentivano un rapporto diretto con i candidati, selezionavano meglio la classe politica, mettevano i cittadini nella condizione di scegliere veramente”. [...] Il collegio uninominale imponeva di cercare il migliore. Sul territorio. Oggi si decide tutto a Roma e in Parlamento entra chiunque. E la qualità della politica, della rappresentanza intendo, è in caduta verticale. E questo da noi come da loro [...] Con la mia legge, nel 2001, superarono la soglia di sbarramento solo cinque partiti. Molti dei piccoli partiti che oggi hanno in Parlamento 25-30 fra deputati e senatori, con quelle norme riuscirebbero a far eleggere non più di 6 o 7 rappresentanti. C’era una selezione, uno sbarramento, un minore frazionamento delle coalizioni. [...]» (Marco Galluzzo, “Corriere della Sera” 7/4/2007) • «Prende i voti nel trapanese dove tutti sanno che la mafia c’è a Palermo, a Catania, ad Agrigento, a Caltanissetta, a Messina e magari a Enna, Siracusa e Ragusa, ma a Trapani è una minchiata. Guai se le colpe dei padri ricadono sui figli. Se il padre di Berlusconi si chiamasse Bernardo, Mattarella sgomiterebbe tra le prime file a dire: che c’entra? Mattarella le campagne elettorali se le è sempre pagate di tasca sua. Non ha mai fatto accordi, né sottobanco né soprabanco, con Salvo Lima. Mai. Dirigeva la Dc siciliana ma pensava che Dc stesse per Dovere e Conforto. Che uno dice, ma è tonto? No, distratto. Tangenti niente, appalti pilotati niente, lottizzazione niente, ministro quasi sempre. Che uno dice, ma ha culo? No, ispira fiducia. Di fianco a quella dei Beati Paoli, a Palermo, stanno scavando un’altra galleria. La chiameranno Beato Lui. E lui, con quella faccia da inflessibile fru fru, potete scommetterci che taglierà il nastro. Per il resto, ha fatto una legge elettorale magnifica, il Mattarellum, che ha seccato la produzione di bile del professor Vanni Doppioturno Sartori ma è stata due volte smontata da Oscar Luigi» (Pietrangelo Buttafuoco, “Dizionario dei nuovi italiani illustri e meschini” 24/10/1998).