Varie, 5 marzo 2002
MATTEOLI Altero
MATTEOLI Altero Cecina (Livorno) 8 settembre 1940. Politico. Diploma di ragioneria. Dirigente d’azienda. Militante dell’Msi-Dn, è stato membro della segreteria nazionale del partito e ha fatto parte dell’ufficio politico. Eletto alla Camera nel 1983, 1987, 1992, 1994, 1996, 2001, al Senato nel 2006 e 2008 (Msi, An, Pdl). Ministro per l’Ambiente nei governi Berlusconi I, II e III (1994-1995, 2001-2006), dei Trasporti e delle Infrastrutture nel Berlusconi IV (2008-2011) • «Nel 1994 divenni ministro dell’Ambiente senza troppa convinzione. Dopo quella prima, breve esperienza [...] il ministero l’ho voluto [...] consapevole che è un ministero importante ed eminentemente politico, se - come è corretto - per politica si intende l’arte di mediare nell’interesse generale gli interessi dei tanti, siano essi individui o gruppi» (“Il Foglio”, 5/12/2001) • «[...] fervente juventino [...] alimenta la propria fede bianconera con rinnovate speranze e struggenti ricordi, rammenta i pranzi nella foresteria della Piaggio con Giovannino Agnelli, custodisce come il Santo Graal un servizio di posate col simbolo della Juventus regalatogli dalla società torinese, si vanta di aver stappato “cinquanta bottiglie di champagne quando la Fiorentina retrocesse in serie B”, e poi certe trasferte “chi se le scorda”. Mentre il Palazzo viveva con ansia i giorni della crisi diplomatica con la Turchia per il “caso Ocalan”, Matteoli attendeva con ansia la decisione della Juve, incerta se andare a giocare a Istanbul una partita decisiva [...] Dopo difficili trattative la partita si svolse, “lo stadio era blindato, sugli spalti c’erano solo cinque italiani, e tra quei cinque c’ero anch’io” [...] La compagna è di credo biancoazzurro, e quando [...] la Lazio vinse lo scudetto, strappandolo alla Juventus nell’ultima giornata di campionato, in famiglia scoppiò il finimondo: “Quella domenica eravamo rimasti a casa. C’era brutto tempo e saputo che a Perugia avevamo perso sotto un nubifragio, con una scusa mandai Ginevra in giardino e lì ce la lasciai per ore. Sotto la pioggia”. [...] i ladri hanno visitato la sua abitazione. Matteoli non c’era, e per telefono voleva sapere cosa fosse stato rubato. Quando la consorte ha capito cosa si celava dietro tanto interesse, ha cambiato tono di voce: “Stai tranquillo, Altero. Il servizio di posate della Juventus c’è ancora. Neanche i ladri l’hanno voluto» (Francesco Verderami, “Sette” n. 32-33-34/2001).