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 2002  marzo 05 Martedì calendario

MESSORI Vittorio

MESSORI Vittorio Sassuolo (Modena) 16 aprile 1941. Giornalista e scrittore. Il più noto e popolare autore cattolico laico del nostro paese. Ha lavorato a lungo per “La Stampa”, poi con “Avvenire”. Libri: Ipotesi su Gesù, l’intervista a Giovanni Paolo II Varcare la soglia della speranza, Intervista sulla fede, con il cardinale Joseph Ratzinger (“liberal” 24/9/1998) • «“Perché non mi fa qualche domanda?”. Karol Wojtyla si rivolse così a Vittorio Messori, convocato a sorpresa alla tavola dell’alloggio privato del Pontefice a Castelgandolfo. L’idea era di trarne un’intervista televisiva da trasmettere una sera del mese di ottobre del 1993, in occasione delle celebrazioni per i quindici anni del Pontificato. Il colloquio divenne invece un libro, Varcare la soglia della Speranza, che fu pubblicato contemporaneamente in 53 lingue: soltanto in Italia, tra il 20 ottobre e il 25 dicembre 1994, il saggio vendette oltre due milioni di copie. Seduto alla tavola di Castelgandolfo, davanti ai piatti preparati dalle suore polacche che assistono il Papa, Messori propose uno schema di trenta domande, che affrontavano le questioni fondamentali della dottrina cattolica: l’esistenza di Dio, il legame di Gesù di Nazareth con il Padre, la pretesa della Chiesa di rappresentare il Cristo. Come ricorda lo stesso Messori, il Papa rispose agli interrogativi per iscritto, a mano, in lingua polacca» (“Corriere della Sera” 26/3/2005) • «Quando mi sono trasferito da Milano a Desenzano fu perché ero inseguito dai vituperi dei vicini di casa. I miei libri avevano superato una certa quantità e cominciavano a creparsi i muri. Li caricai così su due tir e presi l’autostrada Milano-Venezia […] Non sono un bibliofilo. Ho una biblioteca ingombrante che è lo strumento del mio lavoro e fare saggi è un’attivita da cannibale e da scippatore. Dai libri degli altri nascono i libri. Ho un motto di lavoro: “Studiare come un professore e scrivere come un giornalista” […] A Torino ho fatto il curriculum scolastico del buon laicista subalpino. Ho frequentato il liceo D’Azeglio nella sezione A, dove studiavano Pavese e Ginzburg […] Mi sono laureato, sempre a Torino, in Scienze politiche con tesi sulla storia del Risorgimento con il professor Galante Garrone […] Comincio la giornata con la lettura dei giornali in un bel caffè nella piazza di Desenzano. Non parlo con nessuno, ma ascolto la gente, tasto il polso della cronaca che, giorno dopo giorno, si fa storia. Poi torno in biblioteca, studio, scrivo, rispondo alle lettere, alle telefonate, ai fax […] Ringrazio Dio che mi ha permesso di trasformare il mio bisogno di indagare in solitudine sulle ragioni della fede nella mia professione» (Alain Elkann”, “La Stampa” 7/6/1998).