Varie, 5 marzo 2002
MILVA
MILVA (Maria Ilva Biolcati) Goro (Ferrara) 18 luglio 1939. Cantante e attrice • «Nata da una famiglia di modeste condizioni sociali, a vent’anni vince un paio di concorsi per voci nuove indetti dalla Rai che le spianano la strada verso il Festival di Sanremo. Vi partecipa nel 1961 con Il mare nel cassetto, con cui assicura continuità al genere melodico tradizionale, già in profonda crisi, insidiato dagli ”urlatori’ e dal rock’n’roll. [...] La sua voce assai potente capace tuttavia di ritrarsi per sottolineare minime sfumature emotive, e la sua propensione alla cantabilità aperta e distesa ben si prestano a quest’operazione che le frutta in breve grande popolarità [...] Rapidamente accanto alla sua produzione più popolare incomincia a interpretare un repertorio più variegato e per molti aspetti contraddittorio con quella. Eccola allora impegnarsi con Bella ciao (1963) e l’anno successivo pubblicare due album Canzoni del tabarin, Canzoni da Cortile e Canti della libertà. una svolta che le procura contatti con il Piccolo Teatro di Milano e con Giorgio Strehler: nel 1965 giunge a interpretare il suo primo recital teatrale con la regia dello stesso Strehler, Ma cos’è questa crisi?, cui fa seguito Milva canta Bertolt Brecht. Si apre così una nuova carriera, d’ora in poi si divide tra teatro serio (L’opera da tre soldi, 1973) e leggero (nel 1969 è con Garinei e Giovannini per Angeli in bandiera), fra incisioni d’autori di prestigio (Theodorakis, Jannacci, Battiato) e acclamatissimi recital in importanti teatri (come l’Olympia di Parigi). Non manca neppure qualche film (Wherever you are, 1988, regia di Kristoff Zanussi) e persino un ruolo da protagonista nell’opera di Luciano Berio La vera storia, Teatro alla Scala nel 1982» ( Augusto Pasquali, Dizionario della Musica italiana, Newton&Compton 1997) • «Alla competizione sanremese parteciperà nel corso della sua carriera 11 volte [...] Grazie anche alla vicinanza di Maurizio Corgnati, che ha sposato nel ”61, alterna all’attività nel mondo della canzone commerciale l’impegnop in un repertorio di canzoni dell tradizione popolare italiana, che nel ”64 culmina nello spettacolo Canti della libertà, che l’anno dopo presenta con Arnoldo Foà al lirico di Milano, invitata da Paolo Grassi. li che la nota Giorgio Strehler [...] Nel 1970 si esibisce per la prima volta alla Carnegie Hall di New York [...] Tra le altre attività recenti, la partecipazione al film Celluloide di Lizzani, 1995» (Anna Bandettini, Dizionario dello spettacolo del 900, Baldini&Castoldi 1998) • «Ha una voce unica. Non l’ha mai odiata? "Sì, perché a 7 anni già a Goro insistevano con mia madre di farmi cantare, e lei minimizzava. E invece vinsi concorsi, venne Sanremo, mi incollarono alle canzonette. Io però amo tutta la musica popolare, dal blues al tango" [...] Sanremo: 14 partecipazioni, mai una vittoria. Perché? "C’era chi meritava i primi premi: Modugno. Ho vinto terzi e secondi premi. Ad esempio nel ”62 con Tango italiano: ero in coppia con Sergio Bruni ". Sempre nuove imprese artistiche, ma gli italiani le han voluto bene per "La filanda". Non ha rinunciato alla popolarità? "La prima fu Flamenco rock... Se avessi fatto solo canzoncine mi sarei stufata. E non mi ci vedo ora a riprendere La filanda. In 45 anni di carriera però non ho rinunciato a nulla e ritrovo la popolarità ogni volta sul palco". Per anni è stata contrapposta a Mina [...] "Ero gracile. Conservo la curiosità e l’amore per il disegno. Creavo vestiti che mia madre, sarta, realizzava, ma era severa, piena di domande dentro, cui non sapeva rispondere, per mancanza di cultura, e trasmetteva la sua ansia a me e Luciana, mia sorella. Ce la portiamo addosso ancora [...] faccio le cose perché mi approvino, mi è mancato il ”brava’ di mia madre. Ma sono stufa. Voglio pensare a me. Con mia madre ho invertito le parti: la vedo come una bambina e la amo. [...] Ero bambina quando sposai Maurizio (Corgnati, il doppio dell’età di lei, ndr ), marito-padre. La passione la conobbi dopo. Mi buttai a capofitto. Sbagliai altre volte nell’illusione che l’amore di un uomo sia così importante". [...] Enfatica, altezzosa, avara. In quale difetto si riconosce? "Nel primo, è fastidioso. Il secondo deriva dal mio fisico, ma avara proprio no, sono generosa, anche con chi ha bisogno. Brecht diceva ”non si fanno migliori gli uomini con la carità, ma con la tua moneta quest’uomo stanotte dormirà’ [...] Amo molto Ich habe keine angst di Vangelis e Alexanderplatz di Battiato [...] Margherita di Cocciante, e In a wonderful world di Armstrong. Mi piace Sting, degli italiani Fiorella Mannoia"» (Claudia Provvedini, "Corriere della Sera" 16/7/2004).