Varie, 5 marzo 2002
MONDAINI Sandra
MONDAINI Sandra Milano 1 settembre 1931, Milano 21 settembre 2010. Attrice. Moglie di Raimondo Vianello • «Ho avuto due vite: una da quando sono nata fino al giorno in cui ho conosciuto Raimondo, l’altra che va da quel primo incontro con Raimondo [...] In casa mia si vivevano sei mesi da ricchi e sei mesi da poveri. D’estate mio padre mandava me e la mamma sull’Adriatico in villeggiatura da quando chiudevano le scuole fino a settembre. Avevamo la macchina e anche una piccola barca. E a Milano abitavamo in un condominio che [...] aveva garage, citofono, portineria e l’acqua calda centralizzata. Mio padre spendeva durante l’estate tutto quello che guadagnava in inverno e primavera, quindi in autunno ci tagliavano la luce, il telefono, il gas [...] Mio padre, Giacinto detto Giaci, era un tipo alla Humphrey Bogart, portava cappello e impermeabili uguali a quelli del famoso attore. Parlava poco di sé perché era figlio illegittimo e aveva vissuto un’infanzia bruttissima. Era fotografo, pittore, ritrattista della Milano bene, cartellonista alla Fiera di Milano dove realizzava anche stand per aziende importanti come la Snia Viscosa e la Montecatini. Mia madre si faceva chiamare Josephine, e non Giuseppina, perché era nata in Argentina, dove i suoi genitori erano emigrati da Busto Arsizio, Era una donna bella, proprio bella. [...] Si sono separati quando io avevo sette anni, per me è stato un trauma. Allora sbattevano le porte in faccia ai figli di separati [...] A scuola sono arrivata fino alla quinta elementare, che ho fatto due volte e poi ho smesso per sempre di studiare [...] Verso i sedici anni ho cominciato a fare la modella per griffe e riviste importanti. Le foto le faceva mio padre, io dimostravo ben più della mia età [...] Papà conosceva il famoso autore e umorista Marcello Marchesi che un giorno, avrò avuto diciotto o diciannove anni, gli disse che cercava una ragazza come me per una rivista con Tino Scotti [...] A me sarebbe piaciuto molto diventare ballerina. Prima della guerra, in inverno, avevo frequentato per un anno la scuola di danza di Pia Ruskaja, la più famosa d’Italia. Poi basta, perché in casa non c’erano soldi. Marchesi, comunque, mi prese subito per la rivista Ghe pensi mi, e in compagnia c’era anche Franca Rame [...] Mi scritturarono per Dove vai se il cavallo non ce l’hai? con Ugo Tognazzi. E incontrai per la prima volta Raimondo [...] Era già un attore importante, io la soubrettina. Avevamo molto rispetto l’uno per l’altra ma per un anno non ci siamo quasi scambiati una parola [...] Ero fidanzata con Giuseppe Pederico, un produttore di una casa di produzione di Caroselli, Raimondo era fidanzato con Stella, una ballerina. Un amore un po’ così il suo, il mio invece era un amore vero, una cosa seria. Ma una sera, di fronte a una cotoletta alla milanese, mentre eravamo in una tavolata con tutta la compagnia, Raimondo mi dice: “Lo sai che mi sono innamorato di te?”. Siccome lui scherzava sempre, gli dissi: “Vai a farti benedire”. Raimondo, però, non era brutto, era distinto, di buona famiglia, intelligente e divertente. E tra noi è successa una cosa bella, molto chiara da parte di tutti e due. Durante due giorni di riposo della compagnia, abbiamo lasciato i nostri rispettivi fidanzati senza che nessuno dei due lo chiedesse all’altro [...] tre anni di fidanzamento [...] di notte fissava la data del matrimonio e la mattina diventava vago. Così un giorno scappai, a Milano dalla mia mamma. Subito Raimondo mi telefonò annunciandomi che ci saremmo sposati il 28 maggio del 1962 [...]» (Giorgio Lazzarini, “Chi” 5/9/2001).