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 2002  marzo 05 Martedì calendario

MORANDO

MORANDO Enrico Arquata Scrivia (Alessandria) 30 settembre 1950. Politico. Dal gennaio 2009 Commissario straordinario del Partito democratico a Napoli. Eletto al Senato nel 1994, 1996, 2001, 2006, 2008 (Pds, Ds, Pd). Nel 2001 fu il terzo candidato alla carica di segretario insieme a Piero Fassino e Giovanni Berlinguer • «’Un uomo preparatissimo. Sa tutto. Eppure i giornali lo ignorano”. Questo disse Giulio Andreotti. Questo riportò ”La Stampa” il giorno dopo. [...] La mattina dell’uscita di Andreotti, Morando era in una casa dell’entroterra ligure. Era la mattina presto e non aveva ancora letto i giornali. Lo chiamò sul cellulare un compagno e lo avvisò. Da quel momento la sua vita fu un comizio telefonico. Lo intercettarono tutti i quotidiani del Paese, tutti volevano un’intervista, naturalmente in esclusiva. Nessuno ci riuscì, era un’interminabile catena. Tutti erano sempre secondi, terzi e via dicendo. [...] Bel tipo questo Morando. Visto che pochi lo conoscono, tanto vale raccontarlo. un uomo di sinistra come s’immagina dovrebbe essere un uomo di sinistra. Come soprattutto se lo immaginano le donne: niente figo, poco macho, molto vir. Morando è un po’ tarchiato come gli attori del neorealismo italiano degli anni d’oro. Ha un bel faccione simpatico che porta senza nessuna ganasseria [...] Non si dà arie [...] è iscritto al partito dal ”72, si sente più che altro un funzionario senatore. [...]» (Lina Sotis, ”Sette” n. 35/2001). «Che fosse un po’ pazzo [...] lo dissero pure in pieno Comitato centrale del Pci. Correva l’86 e si preparava il congresso di Firenze l’anno dopo [...] Pudicamente, il partito decise di presentarsi all’imminente appuntamento come ”parte integrante della sinistra europea” [...] Furono presentati due emendamenti: uno di Armando Cossutta, che voleva cancellare quella definizione sulla sinistra europea e riconsacrarla nel campo dell’ortodossia comunista, e uno appunto di Morando che chiedeva, castamente, di ”stabilire rapporti di tipo organizzativo con i partiti dell’Internazionale socialista”. Non l’adesione, che lì dentro molti avrebbero rischiato un mancamento, ma insomma… ”E comunque ”concluse Pajetta per quietare i compagni più sospetti – non c’è nessun pazzo, tra di noi, che chiede di aderire all’Internazionale socialista”. L’emendamento Cossutta fu bocciato, Pajetta tornò soddisfatto al suo posto. A quel punto, Tortorella diede lettura dell’emendamento Morando. E appena lo sentì, Pajetta scattò in piedi: ”Scusate, compagni, mi correggo: il pazzo tra di noi c’è”» (’Il Foglio”, 7/11/2001).