varie, 5 marzo 2002
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Morissette Alanis
• Ottawa (Canada) 1 giugno 1974. Cantante. Autrice • «Una che dalla psicanalisi ha tratto copiosi vantaggi anche economici. D’accordo, è un ragionamento un po’ cheap; però mica succede tutti i giorni, ed è anche un gran complimento per [...] Alanis Morissette, la plurianalizzata cantautrice canadese miracolosamente sopravvissuta alla mucca pazza dei nuovi talenti che colpisce e mette al tappeto chiunque abbia avuto molto successo con il primo disco [...] Jagged Little Pill, che vendette 28 milioni di copie[...] Arriva da quel Canada inquieto che nel pop ha Leonard Cohen come capostipite; è una ragazza tosta con la quale non dev’esser facile avere un rapporto d’amore [...] Non sarà mica un caso che la sua discografica Madonna, che rischiava di perderla come artista, abbia dovuto alzare il suo prezioso sedere e andare a discutere direttamente con lei del contratto, per poter continuare a vantarla fra le scoperte più preziose: come fatturato, naturalmente» (Marinella Venegoni, ”La Stampa” 5/2/2002). «Non è solo una delle poche, grandi cantautrici contemporanee, ma una donna frantumata che cerca di ricomporre tutte le sue parti, anche le più intime e segrete. Per lei la musica è anzitutto un lavoro su se stessa, un’autoanalisi che completa il diario personale compilato con pazienza da quando era ragazzina. [...] non è il tipo che punta sul sexy. la spiritualità la sua arma migliore, anche se l’aspetto non guasta. [...] ”Sono in analisi da quando avevo 14 anni. Quando ero giovane, se non avessi avuto la musica, sarei esplosa. Oggi preferisco alla diagnosi terapeutica il coaching, essere seguita passo passo da qualcuno. Più che una militante, mi sento un’attivista spirituale. La musica è lo strumento per capire che lo scopo della mia vita è ispirare alle altre persone coraggio e compassione, coscienza e responsabilità. la mia lotta quotidiana che cerco di trasmettere agli altri. Non escludo in futuro di scrivere canzoni politiche. Mi impegno anche nella promozione dell’arte nelle scuole, nella difesa della natura e dei diritti delle donne nel mondo”» (Giacomo Pellicciotti, ”la Repubblica” 26/5/2004). «Un viso dolcissimo. la voce leggera, delicata [...] A 9 anni scriveva canzoni. A 10 è apparsa in tv. Subito dopo ha iniziato a collezionare premi. Il segreto? ”Ho sempre parlato di me e di tutti noi nelle mie canzoni” [...]» (Romana Fabrizi, ”Sette” n. 43/1998). «La ragazzina dark e arrabbiata di Jagged little pill, 30 milioni di copie vendute nel mondo nel ’95 [...] ”A sei anni ho capito che la mia missione sarebbe stata supportare le persone, mettermi al servizio. Dovevo solo scoprire la modalità. Mi piace pensare che le mie canzoni incoraggino la gente ad evolversi ed esprimersi in modo autentico. So di avere una grande responsabilità e un enorme privilegio, che rispetto e mi sforzo di onorare [...] La compassione: è stata una grande sfida essere compassionevole con me stessa, perché mi riusciva più facile esserlo con gli altri. L’ascolto della mia anima, delle mie intuizioni, dei messaggi del corpo. E l’umiltà, il dono più grande”. Crede nella reincarnazione (’Adoro essere una donna e spero di incarnarmi in un corpo femminile anche nella prossima vita...”) [...] ”Incontro continuamente persone che mi ispirano e mi guidano. Ho seguito corsi e seminari: la donna che sono diventata è il risultato di questo lavoro su di me” [...] Thank U [...] ”La adoro, il concetto di gratitudine che esprime mi è molto caro, mi riconnette alla sorgente da cui tutti proveniamo” [...] You Oughta know (’Fu il mio biglietto da visita al mondo: sarebbe stato un sacrilegio non includerla”), Still (’Scritta nel mezzo della notte in una stanza d’albergo di Dublino”) [...] Alanis considera le sue canzoni come stanze della casa in cui abita. Fa fatica a scegliere la favorita, ma poi si arrende: ”That I would be good, che fu composta in un quarto d’ora nell’armadio di casa alla luce di una candela, mi conforta sempre: è un mantra che mi aiuta ad attraversare i periodi bui”. La sua idea di spiritualità è ”la consapevolezza che il nostro corpo fisico è solo un contenitore, un meraviglioso involucro per lo spirito [...] Il corpo è deperibile, lo spirito è eterno. Anche se il mondo esplodesse domani, la vita continuerebbe”. Non ha mai scritto canzoni politiche [...]» (Gaia Piccardi, ”Corriere della Sera” 18/11/2005).