Varie, 5 marzo 2002
MOSCA
MOSCA Maurizio Roma 24 giugno 1940, Pavia 3 aprile 2010. Giornalista. Sportivo • «Maurizio Mosca è il Peter Pan della tv italiana, è la ”sola moltitudine” dei nostri palinsesti: ogni giorno appare su una rete differente, come ospite, opinionista, folletto. Come i bambini, manca di senso dell’opportunità: sbaglia i toni, si fa catturare dalla furbizia degli altri ospiti, si lascia usare come buffone di turno, cade con un sorriso smarrito nelle più maldestre trappole retoriche. Ma, come i bambini, vive la sua esperienza televisiva quasi fosse una vicenda magica, fra foreste incantate e minacciose montagne, Per lui il calcio è un fatale tesoro che va ricercato affrontando prodigi e orrori, uno scontro tra forze benigne (gli eredi di Gino Palumbo) e maligne (gli scolaretti di Gianni Brera). incontinente, goloso. [...] il pensiero del nostro puffo è fra i meno rilevanti [...] Ha un grande senso comico, ma di una comicità naturale, spontanea. Finge di non capire (si parla di un calciatore, di un solo calciatore, e lui urla ”ma chi?”), fa slittare le enfasi dello stupore (se chiama una signora da Piacenza, la sua sorpresa non è per l’interlocutrice ma per Piacenza), con assoluta sfrontatezza e incoscienza, ogni settimana inventa le ”bombe”, fantomatici movimenti di mercato. Mosca dev’essere una persona sola che per vincere la solitudine bivacca in tv. Gli altri ospiti spesso se ne approfittano» (’Sette” n. 18/2002) • «’Il guru del calcio Maurizio Mosca” annunciava tempo fa una pubblicità di una radio. Dunque, Maurizio Mosca è asceso all’invidiabile ruolo di guru, cioè di maestro, di guida spirituale. Si suppone abbia un suo seguito, annoveri discepoli, sia circondato da un nutrito drappello di accoliti: ”Cosa fai nella vita?”, ”Sono seguace di Mosca”. Bene. Lo avevamo lasciato pieno di problemi con la carta stampata, lo avevamo seguito nella sua immaginaria attività di ”bombarolo” del calcio mercato e adesso ce lo ritroviamo guru. Come passa il tempo! A noi Maurizio sta molto simpatico perché è un eterno bambino, perché ha una bella storia alle spalle (era il più sfortunato dei suoi fratelli, il più problematico, e adesso si trova a essere il più famoso dei Mosca, più di suo padre Giovanni), perché è la copia conforme del protagonista di The Terminal di Spielberg: invece di vivere chiuso in un aeroporto vive chiuso in uno studio televisivo. Come il Victor interpretato da Tom Hanks, il guru Maurizio non esce più dal suo microcosmo: vive, mangia, dorme, forse intrattiene anche rapporti affettivi, insomma esiste ma sempre, rigorosamente all’interno di uno studio televisivo, o radiofonico. Difficile capire come e quando sia diventato guru: forse perché ha scoperto la pietra filosofale, l’arcano per trasformare la quantità in qualità. O forse, più semplicemente, perché urla sempre, non ascolta mai quello che dicono i suoi interlocutori, insegue suoi fantasmi. Attitudini in ugual modo eminenti per diventare guru. Certo, sentendolo alla radio o vedendolo intervenire [...] in tv a Guida al campionato o a Controcampo, l’incauto spettatore può ricavare l’impressione che Maurizio Mosca non capisca un tubo di calcio. Anzi, che proprio non capisca, sia un po’ duro d’orecchio. Una buona ragione, se non la migliore, per elevarsi al soglio di guru» (Aldo Grasso, ”Corriere della Sera” 8/11/2004) • Famosi i suoi pronostici col pendolino: «[...] L’apice magico l’ho raggiunto ai mondiali di Italia ”90. Ho previsto l’1-0 del Camerun all’Argentina. Pronostico davvero incredibile: volevo smettere, meglio di così cosa potevo fare? [...] L’importante è non predire mai 1-1 o comunque tristi pareggi: bisogna azzardare risultati strani, che facciano chiacchierare, in famiglia come al bar. Che si avverino o meno poco importa: il vero sportivo, sia detto con il massimo rispetto, è un fanciullino [...]» (Mario Mangiagalli, ”TvSette” n. 1 /1998).