Varie, 5 marzo 2002
MOSCHIN
MOSCHIN Gastone San Giovanni a Lupatoto (Verona) 8 giugno 1929. Attore • «Se un attore è capace di essere convincente nei panni di un marito schiavizzato e pusillanime (come è in Signore & signori) e poi in quelli di un bandito sanguinario e cinico (come è in Milano calibro 9), vuol dire che quell’attore, cioè Gastone Moschin, è un grande che non ha niente da invidiare ai più grandi. [...]» (Paolo Mereghetti, ”Corriere della Sera” 9/8/2006) • «Studia all’Accademia d’arte drammatica e inizia un intenso percorso teatrale prima e televisivo poi, soprattutto negli sceneggiati Rai, che lo fa conoscere al grande pubblico. Attore di grande tecnica e di istintiva carica emotiva, non bello ma dal volto particolare, spazia dai toni grotteschi ai tragici, rivelandosi molto utile a ricoprire i molti ruoli di fianco del periodo d’oro della commedia all’italiana [...] milita nel quintetto di Amici miei, di Mario Monicelli, nei panni del Melandri, l’architetto dagli innamoramenti funesti le cui traversie sentimentali proseguiranno nei due episodi successivi [...]» (Cinema, a cura di Gianni Canova, Garzanti 2002). «Si è messo in luce allo Stabile di Genova, dove ha recitato fino al 1958 in numerosi allestimenti di Squarzina e poi al Piccolo di Milano. La sua carriera di attore è proseguita da allora senza interruzioni, in un crescendo di impegni e soddisfazioni anche in ambito cinematografico, dove si è imposto come validissimo caratterista nel registro comico [...] Ha esordito in televisione nel 1955 con Istantanea sotto l’orologio di Tanzi, ma è stato Bolchi a lanciarlo definitivamente con Ruy Blays, Non si dorme a Kirkwall (1961), Il mulino del Po (1963, nella parte di Fratognone), I miserabili (1964), in cui ha affrontato il ruolo di Jean Valjean con una recitazione scarna e priva di indugi melodrammatici [...]» (Televisione, a cura di Aldo Grasso, Garzanti 2002) • «Si diploma all’Accademia nazionale d’arte drammatica di Roma e debutta, subito dopo, nel 1955, con Ivanov di Cechov diretto da M. Ferrero al Teatro stabile di Genova. Per lo stesso teatro lavora con L. Squarzina ne I demoni di Dostoevskij (1956) e in Misura per misura di Shakespeare (1958). Nel 1959 viene chiamato al Piccolo Teatro di Milano dove lavorerà per quattro anni ( Platonov di Cechov per la regia di Strehler nel 1959; La congiura di G. Prosperi diretto da L. Squarzina nel ’60; L’opera da tre soldi di Brecht, sempre nel ’60, L’egoista di Bertolazzi nel ’61, Schweyk nella seconda guerra mondiale di Brecht nel ’62, tutti diretti da Strehler). Nel 1964 ottiene un buon successo con Troilo e Cressida di Shakespeare per la regia di Squarzina ma raggiunge una considerevole popolarità soprattutto con lo sceneggiato televisivo di S. Bolchi I miserabilidi Hugo, che lo spinge ad abbandonare per un certo periodo il teatro dedicandosi all’attività televisiva e cinematografica. Riprende gli impegni teatrali nella seconda metà degli anni ’70 interpretando Zio Vanja di Cechov (1977) e I giganti della montagna di Pirandello (1979) diretti da Missiroli. Nel 1982 si dedica alla realizzazione di Sior Todaro Brontolon di Goldoni insieme al regista A. Calenda; quindi nel 1984 interpreta Uno sguardo dal ponte di Miller per lo stesso regista. Nell’86 è impegnato ne Il tartufo di Molière, autore a cui ritorna due anni dopo con La scuola delle mogli diretto da De Bosio. Successivamente è impegnato in Tutti miei figli di Miller (1990), Il gabbiano di Cechov (1991) e L’impresario delle Smirne (1992), di Goldoni. Sempre nel ’92 interpreta e dirige Delitto all’isola delle capre di Betti. Notevole la sua attività cinematografica di cui ricordiamo: Signore e signori (1965) di Germi, L’harem (1967) di Ferreri, Il padrino II (1974) di Coppola e Amici miei (1975) di Monicelli» (Dizionario dello Spettacolo del ’900, a cura di Felice Cappa e Piero Gelli, Baldini&Castoldi 1998).