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 2002  marzo 05 Martedì calendario

Mundell Robert

• . Nato a Kingston (Canada) il 24 ottobre 1932. Premio Nobel per l’economia 1999 per i suoi studi sulle ”Optimum currency areas”. «C’è chi lo ha definito il più grande economista del dopoguerra. Chi la mente più acuta e creativa delle scienze economiche di questo secolo. E chi infine lo ha etichettato un neorinascimentale, anche per la splendida villa comprata nel 1969 sulle colline di Siena. [...] Negli anni Sessanta le sue teorie sulla crescita influenzarono i primi tagli alle tasse applicati da John Kennedy e da Lyndon Johnson. Venti anni dopo, fra il 1981 e il 1982, fu tra i promotori della supply side economics, l’economia dell’offerta in contrapposizione a quella keynesiana della domanda, che diede vita alla rivoluzione di Ronald Reagan. Ancora un altro ventennio e Mundell, con i suoi studi sulle unioni monetarie, ha fatto da padre all’euro [...]» (Pino Buongiorno, ”Panorama” 2/12/1999). «’Papà euro” lo chiamano ormai molti colleghi. Ed è la verità: è a tutti gli effetti il ”papà” dell’euro, lo scienziato che ne ha elaborato la teoria e indicato l’architettura [...] ”Ho cominciato a pensarci quando ancora studiavo alla London School of Economics. In Europa era appena stato firmato il Trattato di Roma. Si trattava di individuare i meccanismi di un nuovo ordine monetario che potesse supportare il processo d’integrazione [...] Il mio primo piano per una valuta europea è del 1969. Lo presentai a New York e i giornali economici cominciarono subito a parlarne. Così mi arrivò un telefonata dall’Europa e, all’inizio degli anni ’70, fui invitato a far parte della task force di economisti che dovevano preparare l’architettura della nuova moneta [...] Nel piano che avevo presentato nel 1969 non pensavo a una moneta unica nella quale assorbire le monete nazionali, ma a una moneta comune centrale. Le valute nazionali avrebbero continuato a esistere. Proporre subito una sola divisa sarebbe stato eccessivo. Gli stessi Paesi interessati al progetto l’avrebbero rifiutata» (Giancarlo Radice, ”Corriere della Sera” 28/12/2001).