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 2002  marzo 05 Martedì calendario

Museeuw Johan

• Versenare (Belgio) 13 ottobre 1965. Ex ciclista. Campione del mondo 1996. Altri successi: tre Giri delle Fiandre (1993, 1995, 1998), tre Parigi-Roubaix (1996, 2000, 2002), una Amstel Gold Race (1994), due campionati di Zurigo (1991, 1995), una Parigi-Tours (1993). «C’è un tratto del percorso della Parigi-Roubaix che stimola le suggestioni dei tifosi e la curiosità dei sadici. la Foresta di Arenberg, un nastro di pavé ineguale e infido di 2400 metri immersi in un bucolico regno di volatili e scoiattoli, tanto bello e prezioso da diventare monumento nazionale. Quell’impervio, antico tratturo dal ”93 è sempre chiuso al traffico tranne un giorno, quello della Roubaix. In quella ricorrenza i masochistici corridori temprano muscoli e giunture su un selciato che scuote e squassa anche la mente, costeggiato ai lati da due sentieri paralleli, le ”bordures”, che impastano la lingua e i polmoni degli atleti con terra rossa e nera come il porfido e il carbone di cui sono ricche queste terre al confine con il Belgio. Proprio su quelle pietre aguzze, nella Roubaix ”98 Museeuw vide il manubrio della sua bici volteggiare come una farfalla e si trovò con il naso nel fango dopo aver grattugiato il pavé con un ginocchio. Il quadro clinico fu allarmante: grave frattura alla rotula sinistra. Operato d’urgenza, fu anche in pericolo di vita, infine se la cavò ma la Foresta di Arenberg gli rimase dentro. Per questo motivo, quando nel 2000 vinse la sua seconda Roubaix, all’arrivo staccò la gamba sinistra dai pedali e indicò quel ginocchio che aveva rischiato di immolare due anni prima in quel bosco traditore. Ma la sorte gli avrebbe teso un altro tranello: pochi mesi dopo, in un incidente in moto, rischiò di nuovo di morire e rimase tre settimane in coma per gravi traumi cranici. La spuntò anche quella volta, ma ormai - alle soglie dei 35 anni - pareva finito per il ciclismo. Naturalmente non fu così. Johan guarì ancora e subito tornò a pensare alle sue corse nell’Inferno del Nord, le sue strade. ”Se vinco il Giro delle Fiandre lascio il ciclismo e mi dedico solo a te” aveva promesso alla moglie Véronique prima della classicissima fiamminga , l’aveva già vinta 3 volte, come Fiorenzo Magni, e sognava un poker unico nella storia del pedale. Si è però messo di mezzo Andrea Tafi, che l’ha beffato nel finale lasciandogli solo un beffardo 2° posto. Alla Roubaix è rimasto in gruppo per metà corsa, ha recuperato bene dopo una foratura, poi nella Foresta di Arenberg ha aggredito come un caterpillar l’angusta mulattiera, scatenando la caccia alla ventina di fuggitivi che ancora lo precedevano. La strenua resistenza dei battistrada si è presto sgretolata: Museeuw ha trascinato gli inseguitori sui primi, poi a 41 km dalla fine se n’è andato in progressione nel 19° dei 26 settori di pavé previsti dal percorso. Ha provato a stopparlo l’americano Hincapie, ma per fatica e disperazione si è ribaltato in un fosso. Ci ha tentato il giovane belga Boonen, arresosi però nel finale - dopo essere stato all’attacco per 220 km - anche al ritorno del tedesco Wesemann. Intanto Museeuw esultava e stava già meditando l’ultimo exploit della carriera: il 13 ottobre, giorno del suo 37° compleanno, ci saranno i Mondiali a Zolder, in Belgio. La sua terra» (Giorgio Viberti, ”La Stampa” 15/4/2002).