Varie, 5 marzo 2002
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MYERS Carlton Londra (Gran Bretagna) 30 marzo 1971. Giocatore di basket. Della pallacanestro Rimini (Lega Due)
MYERS Carlton Londra (Gran Bretagna) 30 marzo 1971. Giocatore di basket. Della pallacanestro Rimini (Lega Due). Debuttò in serie A nella stagione 1988/89, in nazionale italiana nel 1992. Ha giocato con Pesaro, Fortitudo Bologna, Virtus Roma, Mens Sana Siena, Valladolid. Ha il record di punti realizzati in una sola partita: 87. Vinse lo scudetto 2000 e l’Europeo 1999 (argento nel 1997). Fu l’alfiere della rappresentativa italiana alle Olimpiadi di Sydney 2000 • «Tanti possono vincere, uno solo arriva a ricoprire quel ruolo. […] Una delle esperienze più belle della mia vita […] Lo sportivo ha un potere superiore a quello di un politico. E può dare l’esempio. Senza presunzione, penso che la parola di un campione sia seguita più di quella di un Berlusconi. Per un motivo semplice: è identificato dalla massa» (Flavio Vanetti, ”Corriere della Sera” 28/6/2001). Fama di personaggio scomodo e di solista: «Il punto è che i personaggi, i numeri uno, sono sempre ritenuti scomodi. Se si facesse attenzione a chi lo dice si capirebbero meglio tante cose […] All’inizio mi dava noia. Poi, crescendo e maturando, impari a non dar peso […] Sono nato attaccante. Fin dall’inizio dei tempi non ho fatto altro che pensare a mettere la palla nel canestro, poi c’è un’evoluzione naturale in ognuno di noi» (Paolo Rossi, ”la Repubblica” 29/12/2001). «La faccia più famosa del basket italiano: l’altra è Dino Meneghin, peccato sia in giacca e cravatta da dieci anni. Non li avesse beccati lui, i buuuh razzisti di qualche becero tifoso varesotto, ci sarebbe da dubitare che Veltroni avrebbe preso carta e penna per questionare con Bossi. [...] Un picco, nel panorama appiattito d’uno sport [...] Uno che come nessuno divide critica e pubblico (e pure questa è statura). Né sarà facile stabilire se i 15 anni d’una carriera così gonfia di numeri personali e avara di trofei collettivi abbia ripagato di tanto o di poco talento e vigore fisico del romagnolo nato a Londra che scelse il basket mollando il flauto traverso, seminando poi punti fra Rimini (2337) e Pesaro (1659), Bologna (4255) e Roma (1742). Segnare molto è stato il suo destino, esaltante, ma anche acre: ai gol fatti Myers abbina pure un altro record italiano. Sono ancora i suoi 87 punti, in una Udine-Rimini del ”94-95, il primato di segnature in una sola gara. Uno scudetto e una Coppa Italia a Bologna, il trancio più saporito di carriera, un oro e un argento europeo con la nazionale non sono poco, ma potevano essere di più. Molti tesori sono andati perduti dentro l’ultimo pallone di troppe partite fallate, ma non tutti, come batte il luogo comune dei detrattori, per scelte da solista egoista. Pure nell’ultima porta presa in faccia, Roma fuori dalla finale scudetto 2003 all’ultimo secondo, ci fu una palla servita a Tusek: fallo, due liberi sul ferro, andò avanti la Skipper. I 10.000 punti [...] sono una tappa» (Walter Fuochi, ”la Repubblica” 3/1/2004). «E pensare che l’inizio della sua vita fra i canestri fu difficile e contrastato. Era ancora un ragazzo quando suo padre gli disse: ”Hai scelto il basket? Peccato. Suonavi bene il flauto e avresti potuto diventare un buon musicista” com’era appunto il padre, sassofonista e amante dei ritmi caraibici. Da lui, originario della Giamaica, Carlton Myers ha ereditato il colore della pelle e il sorriso gioviale, dalla madre romagnola invece l’amore per l’Italia e la riviera adriatica. Così, pur essendo nato a Londra, si è affermato come cestista a Rimini, la sua città, debuttando in serie A nel 1988, a soli 17 anni. E sempre nei luoghi cari a Fellini avrebbe poi scritto una pagina indelebile il 26 gennaio 1995, diventando il miglior realizzatore in una singola partita nella storia del basket italiano: 87 punti in campionato contro Udine. Quel giorno Carlton Myers detronizzò uno dei miti della nostra pallacanestro, o meglio ”palla al cesto” come veniva chiamato il basket ai tempi di Sandro Riminucci, l’Angelo Biondo dell’Olimpia Simmenthal Milano. Il più fulgido rappresentante delle famose Scarpette Rosse oltre un trentennio prima si era ”fermato” a 77 punti. Basterebbe la leadership tra i cecchini dei canestri per eternare nello sport Carlton Myers [...] Uomo da copertina, come quando è testimonial nelle pubblicità del Tartufone Motta e delle Lenti Galileo, o nelle sue comparsate televisive per imitare - quasi alla perfezione - il suo alter ego Adriano Celentano, di cui certo non deve invidiare mimica e molleggio. Un personaggio a tutto tondo, Carlton. Vulcanico e spigoloso, spesso ruvido e ribelle, comunque nel mirino e non sempre per sua volontà» (Giorgio Viberti, ”La Stampa” 3/1/2004).