Varie, 5 marzo 2002
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Nader Ralph
• Winsted (Stati Uniti) 27 febbraio 1934. Politico. Negli anni Sessanta, giovane avvocato sconosciuto, inventò da solo la tutela dei consumatori, trascinò in tribunale poteri forti come la General Motors, vinse cause miliardarie e leggi in favore dei cittadini (dalla cintura di sicurezza in poi, molte norme sono state imposte alla grande industria nel mondo intero in conseguenza dei suoi processi). Idolo del movimento noglobal, il paladino dei consumatori fu protagonista nel 2000 di una sfortunata campagna elettorale come candidato presidenziale dei Verdi: ottenne meno del 4 per cento dei voti, e fece perdere la Casa Bianca ad Al Gore. «’ una moda passeggera come lo hula-hoop. Tra sei mesi non ne sentiremo più parlare”. Così nel 1965 Walter Murphy, presidente dell’industria alimentare Campbell Soup, liquida il nascente movimento dei consumatori americani guidato da un giovane avvocato semi-sconosciuto, Ralph Nader. Una profezia poco fortunata. In quell’anno la General Motors lancia un coupé di successo, la Chevrolet Corvair. Nader le dedica il libro-denuncia Unsafe at Any Speed (Insicuri a qualsiasi velocità), la prima grande inchiesta sulla pericolosità delle auto. General Motors assolda detective privati per screditarlo ma perde: Nader ottiene pubbliche scuse e un indennizzo per diffamazione, la GM finisce sotto inchiesta, l’anno dopo il Congresso Usa approva la prima normativa sugli standard di sicurezza delle auto. Quella vicenda segna la nascita delle moderne battaglie per i diritti dei consumatori. Il pioniere del consumerismo Ralph Nader, che a quella causa ha dedicato tutta la sua vita, oggi ricorda di essersi ispirato alla lezione del padre, un immigrato libanese negli Stati Uniti: ”Quando passo davanti alla Statua della Libertà, diceva mio padre dopo avere ottenuto la cittadinanza, io la prendo sul serio”. Oggi la sua combattività non è diminuita. ”Il grande problema della società contemporanea - dice - è come controllare e limitare il potere degli interessi economici che ignorano i terribili danni prodotti dalle applicazioni della scienza e della tecnologia”. […] Tornato popolare con la protesta di Seattle del dicembre 1999, che lo ha eletto ”padre spirituale” del movimento no-global, è convinto che le vittorie dei consumatori non sono definitive. ”Oggi il vero potere politico è nelle mani delle grandi imprese multinazionali - dice - e assistiamo a una nuova ondata di concentrazioni. Dall’industria ai mass-media, tornano i monopoli. Questo è un pericolo enorme per i consumatori e per la nostra stessa democrazia, corrotta dal potere del denaro”» (Federico Rampini, ”la Repubblica” 21/2/2003).