varie, 5 marzo 2002
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Newkirk Anastacia
• New York (Stati Uniti) il 17 settembre 1973. Cantante. «Voce da grintosa soul sister. Pelle bianca, anzi bianchissima cui si accompagna una lunga criniera di capelli biondi e un delizioso nasino all’insù. [...] non vanta [...] radici africane. E non ha alle sue spalle un’infanzia di privazioni nel ghetto. La sua voce però è quanto di più simile a un incrocio transgenico tra Aretha Franklin e Tina Turner si possa immaginare. [...] una ragazza come tante. Un tipica newyorkese, eppure cresciuta in una famiglia dove la musica è stata sempre di casa. ”Mia madre era attrice di musical a Broadway, mio padre cantava nei locali dell’Est Coast; entrambi mi hanno sempre incoraggiato a seguire il mio istinto”, racconta. ”Ma crediatelo o no, da ragazzina sognavo di diventare archeologa, mica di fare la cantante. Ho lasciato perdere solo quando ho capito che avrei dovuto studiare come una matta”. La grande occasione per Anastacia arriva nel ’98: un concorso indetto da Mtv per scoprire nuovi talenti. ”Non avrei mai immaginato di essere ascoltata da tanta gente. Perfino Michael Jackson mi ha telefonato a casa”, dichiara la cantante. Mentre Elton John, sul suo sito Internet si spertica in apprezzamenti a suo favore. Tutti folgorati da questo scricciolo biondo, con un nome da principessa russa e una voce da tigre del rhythm’n blues. Le sue fonti di ispirazione? ”Da ragazzina ho ascoltato fino allo sfinimento Aretha e Chaka Khan, ma non mi sento in debito con nessuna di loro. C’è sempre qualcuno che arriva prima di te. Quanto alle nuove leve del soul, non credo si possa parlare di una vera e propria scuola, ma considero Macy Grey e Angie Stone le mie preferite [...] Chi mi vede solo in fotografia crede sia una reginetta dell’happy pop, genere Britney Spears; chi mi ascolta senza vedermi che assomiglio a Tina Turner” [...]» (Alberto Dentice, ”L’Espresso” 10/8/2000). «’ uno scherzo della natura”, diceva la mamma riferita a quella figlia dalla vocalità sorprendentemente nera [...] il successo mondiale di Not that Kind, oltre 5 milioni di copie, l’ha eletta la cantante più nera dalla pelle bianca del pop [...] ”Sono veramente uno scherzo della natura. Mi hanno sempre guardato tutti con stupore o con orrore perché la mia immagine non rispecchia il mio modo di cantare. [...] Mi piace l’idea che molti dei miei artisti preferiti siano stati dei ’freak’, degli anti-conformisti. Mi dà coraggio’. Combatte il morbo di Crohn che le fu diagnosticato a 13 anni. ’Per quelli che soffrono di questo morbo trattenere le emozioni e l’infelicità peggiora i sintomi. Quello che per alcuni è visto come una maledizione per me è stato un bene: mi ha aiutato a dare la giusta misura alle emozioni”» (’Corriere della Sera” 22/11/2001). «Artefice di un genere che sta fra il pop, il soul e il rock e che secondo molti, unisce la voce di Tina Turner a un fisico degno di Claudia Schiffer. [...] figlia d’arte (mamma attrice a Broadway, padre cantante), vissuta fra New York e Chicago, statura bassa, è straordinariamente simpatica. Fuori scena è lontana dal sex symbol» (’Corriere della Sera” 4/4/2004). «Caso curioso ma non unico: in Europa è una star, ma negli Usa la sua carriera stenta a decollare. [...] La verità è che non c’è posto per una bianca dalla voce nera nelle radio americane malate di conformismo. ”La mia è sprock music”, dice rassegnata, ”una miscela si soul, pop e rock. Ho vissuto una vita all’insegna della diversità. L’album Freak of nature alludeva proprio a questo: nessuno voleva farmi un contratto perché avevo una voce non catalogabile, per anni mi sono sentita una fuorilegge nelle mani di gente che cercava di farmi cantare come Céline Dion”. Ma ancora più crudele dell’industria è stata la vita: a tredici anni Anastacia è stata colpita dal morbo di Crohn (una malattia che attacca l’intestino) e si è sottoposta a un lungo intervento chirurgico, poi l’occhio destro le ha tirato un brutto scherzo e all’improvviso la vista si è abbassata a livelli allarmanti. Lei indossa con orgoglio le sue ferite: la cicatrice all’addome è sempre ben visibile tra i pantaloni a vita bassa e i top ridottissimi e le lenti graduate sono mascherate da occhiali vistosissimi (un vizietto che ha ripreso da Elton John, suo grande ammiratore, ”anche se il primo a dirmi brava fu Michael Jackson”). Il grande successo e cinque milioni venduti dell’album d’esordio, Not that kind (2000), sarebbero stati un buon motivo per riappacificarsi con la vita, un padre che l’aveva abbandonata giovanissima e una madre (cantante di Broadway) che quando l’ascoltava si metteva le mani nei capelli: ”Dio mio, ho partorito una figlia con la voce da negra”. Invece il peggio doveva ancora arrivare: nel 2003 le viene diagnosticato un carcinoma della mammella. Incredulità, panico, intervento chirurgico, chemioterapia. [...] ”Volevo ridurmi le tette, mi sembravano enormi per una donna piccola come me, insomma il contrario di quello che fanno tutte. Il chirurgo mi fece fare i controlli di routine e scoprì che avevo un nodulo. Fu un colpo terribile e la reazione fu ovvia: perché proprio a me, perché ancora a me, perché proprio adesso? [...] Non avevo ancora 30 anni, ero in quella fase in cui ci si sente invincibili. Poi l’incubo ha preso il sopravvento e non c’è stato più tempo per i bilanci. [...] quel tormento, l’estrema fragilità del mio corpo, la nausea dovuta alla chemioterapia, il malessere che mi assaliva ogni qual volta iniziavo a scrivere una nuova canzone. A volte me la prendevo con i medici: ’Mi avevate detto che sarei stata debole, non che sarei diventata cretina’. [...] vero, gli artisti danno il meglio di sé nei periodi di estrema sofferenza, tuttavia io mi auguro di non ritrovarmi tanto presto in quella fase... creativa” [...]» (Giuseppe Videtti, ”la Repubblica” 24/9/2004).