varie, 5 marzo 2002
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Norton Edward
• Columbia (Stati Uniti) 18 agosto 1969. Attore • «Dopo Tutti dicono I love you, dove ballava e cantava come se fosse un professionista, l’hanno paragonato addirittura al leggendario ed amato James Stewart. Al regista di Schegge di paura, che alla sua apparizione ha gridato al miracolo dopo il forfait di Leonardo Di Caprio e oltre 2000 provini andati a vuoto, ha ricordato invece il Dustin Hoffman degli esordi. Chi lo ha visto nei panni del naziskin in American History X, ruolo che gli ha procurato una candidatura all’Oscar come miglior attore protagonista, non ha dubbi: è il nuovo Robert De Niro […] Un attore con una marcia in più degli altri, un viso e un corpo piuttosto comuni, ma capaci di trasformarsi a sorpresa nel personaggio di turno con un talento tale da far sbiadire colleghi più affermati di lui […] Laureato in storia a Yale (dopo aver rinunciato a studi di astronomia), parla correntemente giapponese, ma la sua carriera come attore è tutt’altro che casuale. A cinque anni, grazie a una babysitter che oltre a badare a lui recita contemporaneamente sul set di Broadway, vede il musical Cenerentola e decide che da grande vuole stare sul palcoscenico» (Paola Malanga, ”Ciak/Celebrity” aprile 1999). «L’aspetto tutto sommato anonimo gli permette di sfuggire dal vivo. Ma sullo schermo è sempre a suo modo indimenticabile. […] Figlio dell’alta borghesia del Maryland, è stato da molti definito l’attore degli attori della ”Generazione Y”, erede naturale ed acclamatissimo di grandi come Robert De Niro e Dustin Hoffman. Occhi acquosi, opachi, un accenno di doppio mento, ha la faccia del bravo ragazzo, del chierichetto, ma se si fa crescere il pizzetto può fare paura. Ha insomma la faccia perfetta per un attore, sempre cangiante e malleabile. Celebre a Hollywood per la sua intelligenza, il perfezionismo, la foga con cui affronta il personaggio che deve interpretare e quella con la quale talora ritocca il copione altrui […] Laureato a Yale in storia e letteratura, divenuto attore di teatro a New York, vive adesso a Los Angeles, ed è diventato anche un beniamino dei giornali scandalistici, per il rapporto che lo lega all’attrice messicana Salma Hayek, per il cui Frida ha scritto le ultime stesure del copione (e nel quale recita la piccola parte di Nelson Rockefeller). […] ”C’è una parte di me che detesta il lavoro di attore. Mi spiego: un pittore, uno scultore, un fotografo, possono anche non vendere, ma nessuno può impedire loro di produrre la loro arte. Un attore no: ha sempre bisogno di qualcuno che ti dica di sì. Qualcuno che si degni di darti un’opportunità, e questo mi secca. Esiste una vulnerabilità intrinseca nel lavoro dell’attore. Il Santo Graal per ogni attore in ogni parte del mondo è semplicemente avere un buon grado di autonomia. Ed io sono abbastanza fortunato da averlo, attualmente. Bene o mali ho il controllo del mio destino creativo”» (Silvia Bizio, ”la Repubblica” 3/2/2003).