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 2002  marzo 05 Martedì calendario

ORSINI Umberto

ORSINI Umberto. Nato a Novara il 2 aprile 1934. Attore. «Attorialmente il mio esempio era Salerno. I registi-maestri (della parola) sono De Lullo, Visconti, Lavia, Patroni Griffi, Ronconi. [...] Il teatro è importante ma contro le apparenze dedico più tempo alla vita normale, affettiva, quotidiana. [...] Io non mi prendo sul serio. Il disincanto rende più lucidi» (Rodolfo Di Giammarco, ”la Repubblica” 12/10/2003). «Fu per amore che, attore di teatro consacrato dall’Arialda con regia di Visconti e da Chi ha paura di Virginia Woolf? con regia di Zeffirelli, finì nelle cronache rosa. Si era innamorato di Rossella Falk, che aveva fondato la Compagnia dei Giovani, e di cui era innamorato anche Renato Salvatori, quello di Poveri ma belli. Da gentiluomo, Umberto invitò Renato a incontrarsi tutti e tre insieme per decidere: invece l’irruente tradito preferì riempire di botte la bella signora. ”Con Rossella siamo rimasti molto amici, come con tutte le donne della mia vita. Una volta mi sono trovato a cena con cinque signore e ho realizzato che con tutte avevo avuto una storia dimenticata. Solo con Ellen Kessler, con cui ho vissuto a lungo, non ci siamo più parlati per 15 anni”. Orsini ha fatto con grande successo teatro indimenticabile con Visconti, De Lullo, Lavia, Ronconi, coi testi di Schiller e di Patroni Griffi, di Cocteau e di Pirandello, di Miller e di Strindberg e da ultimo con Michael Frayn e il suo meraviglioso Copenhagen. Ha fatto televisione, e non solo sceneggiati alti come si facevano un tempo, per esempio I fratelli Karamazov o Delitto di Stato, ma anche Colazione a Studio 7 allora in bianco e nero, di cui era conduttore con Veronelli (’Mio padre aveva ristoranti a Oleggio, a Romagnano Sesia”). Cinema, una passione sin da bambino, quando nel cinema del fratello vedeva i film all’incontrario, dietro lo schermo: ne ha interpretati cinquantina, dalla Dolce Vita di Fellini nel ’60, La caduta degli dei di Visconti, nel ’69, e nel ’71 in Francia, diretto da Sautet e con Yves Montand e Romy Schneider simpatico ma gli romperei il muso. Nel ’75 gli offrirono la parte del marito becco nel secondo e terzo film della serie erotica Emmanuelle: ”La protagonista Sylvia Kristel era bellissima e sempre nuda: nel film ero nudo anch’io e il piacere dovevo ovviamente mimarlo. Fu un ruolo in questo senso molto difficile. Alla fine fuori dal set ci amammo un po’: la mattina era lei a svegliarmi e a portarmi la colazione a letto. Con Jeanne Moreau andò diversamente. Io e Ettore Manni dovevamo lavorare con lei in E il diavolo ha riso di Tony Richardson: sapendola gran mangiatrice di uomini ci eravamo ripromessi di non assecondarla. Io resistetti, ma lui non ci riuscì”. A Hollywood andò nel ’67 per promuovere La ragazza e il generale sceneggiato da Malerba e diretto da Festa Campanile, con Virna Lisi e Rod Steiger che l’anno prima aveva vinto l’Oscar: ”Non ebbe alcun successo, ma conservo ancora il ritaglio di ’Variety’ che giudicava la mia interpretazione migliore di quella di Steiger: l’anno dopo lui venne a trovarmi a Roma e come sempre a tennis lo battei. Ma sul suo asciugamano aveva fatto ricamare la scritta: Rod Steiger perde a tennis ma vince gli Oscar”. Attore della parola, come lui si definisce, si è innamorato del teatro di ricerca di Pippo Delbono, [...] Per il resto, dice l’attore, ”io ho fatto di me il centro della mia vita”. [...]» (Natalia Aspesi, ”la Repubblica” 16/11/2004).