varie, 5 marzo 2002
OXA Anna
OXA Anna Bari 28 aprile 1961. Cantante. Due volte vincitrice del Festival di Sanremo: nel 1989 in coppia con Fausto Leali (Ti lascerò) e nel 1999 (Senza pietà); seconda nel 1978 (Un’emozione da poco) dietro ai Matia Bazar e nel 1997 (Storie) dietro ai Jalisse. Ha avuto due figli da Gianni Belleno, musicista che fu nei New Trolls • «Dire Oxa è come dire Festival. I due nomi si possono usare come sinonimi. Perché lei, mezza italiana e mezza albanese, è l’artista donna che a Sanremo ha dato davvero tanto: in 25 anni di carriera ha frequentato ben 12 edizioni (compresa quella che l’ha vista affiancare Pippo nel ’94 in veste di presentatrice) […] Tante partecipazioni, molti piazzamenti, qualche vittoria con non troppe copie vendute poi vendute dell’album, ma tanti fan ammaliati per il coraggio di saper cambiare e altrettanti detrattori per quel suo carattere scostante che la faceva percepire un po’ troppo algida. Sempre comunque ha dato scosse al Festival, con i suoi look choc, più che con la sua voce importante. […] Dal ’78 quando debuttò vestita da uomo cantando Un’emozione da poco firmata da Fossati. […] Gran bella voce — che però dovrebbe essere sottotitolata perché le parole che canta se le mangia — e gran bella donna. […] I 25 anni della sua carriera sono stati documentati in diretta. Punk al debutto nel ’78 con Un’emozione da poco; la trasgressiva con l’ombelico esposto di E’ tutto un attimo del 1986; l’eterea e sensuale di Quando nasce un amore nel 1988; la guerriera con la mutandina tanga esibita e il corpo luccicante d’olio per Senza pietà del 1999; la donna tribale che teorizzava L’eterno movimento del 2001. Tutte immagini che fanno parte della sua carriera e di quella del Festival, ma che davvero non la rappresentano più. Nonostante le abbiano permesso di bucare il video e di conquistare l’attenzione generale» (Gloria Pozzi, “Corriere della Sera” 5/3/2003). «Sta sulle scene dal 1978 quando, ragazzina punk a Sanremo, cantò Un’emozione da poco [...] Dopo il coup de foudre che precedette la sua vittoria al Festival 1999 (con le famose mutande fuori dalle braghe) si è poi sposata con il discusso costruttore svizzero/kosovaro Behgjet Pacolli ed è andata a vivere a Lugano. Da allora s’è rivista solo a Porta a porta, stretta al marito che sciorinava storie di carte di credito della famiglia Eltsin» (Marinella Venegoni, “La Stampa” 11/2/2001) • «Bella e trasgressiva, androgina e sensuale, sfacciata e aggressiva. Ha abituato, negli anni, il pubblico a una mutazione continua della sua immagine [...] “[...] Il corpo esprime ciò che siamo dentro e la mia è una ricerca continua dell’interiore. Se poi qualcuno avverte la mia fisicità come peccaminosa, questo non è un problema mio. A me basta non essere volgare, patetica, scadere nel ridicolo: questo sì che darebbe fastidio [...] Se sono ritenuta una donna inquietante non è certo per le mie forme fisiche, ma perché esprimo una forza che è dentro. E questa forza, quando c’è, non è possibile controllarla: esce fuori da sola, in silenzio, e cattura l’interlocutore. È chiaro che io trasmetto dei messaggi, indipendentemente dalla mia volontà: le persone che mi guardano si sentono toccate nel profondo e allora reagiscono. È questione di carisma [...]» (Emilia Costantini, “TvSette” n. 47/2001) • «[...] nel 1978 (a 16 anni) aveva sbancato Sanremo all’esordio, sconvolgendo tutti con voce e look. Veramente alla voce vincitore, c’è scritto Matia Bazar (con ... E dirsi ciao), ma il fenomeno (e anche la prima in hit parade) era lei, la barese punk, che, quasi un secolo dopo quell’Emozione da poco, è ancora qui (Madonna nostrana) a stregare il pubblico con inesauribile, aggressiva e cangiante magia. Dario Salvatori ricorda che: “La Oxa ha introdotto il concetto di look, quando ancora non si chiamava neppure così”. E, sempre a Sanremo, lo ha inimitabilmente consolidato, nel 1986 sfoggiando l’ombelico (è l’anno in cui Arbore sfoggia il clarinetto), critici saccenti annotarono che era arrivata “solo seconda, sedici anni dopo la Carrà”. Vero, ma (parafrasando Antonio Ricci) quello di Raffa è sempre stato di legno, mentre Anna Oxa ha un succulento tortellino. E porta benissimo i jeans a vita bassa come si è visto a Sanremo nel 1999, dove ha sdoganato anche il corpo lucidato dall’olio e dal sudore: un look sensazionale [...]» (Santi Urso, “TvSette” n. 51/2001) • «Sono stata vittima e killer, altera e appassionata, sempre in maniera autentica […] C’è stata la morte di mia madre, ma anche la ricerca ossessiva delle mie origini albanesi. Ho passato un periodo di sconvolgimento, svuotata come un involucro. Ero io stessa il dolore, ho avuto la percezione di morire. Finché non sono riuscita a confrontarmi con altre persone che vivevano la mia stessa condizione ed è stata la rinascita. Una vera e propria terapia di gruppo» (Massimo Pisa, “la Repubblica” 22/2/2003).