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 2002  marzo 05 Martedì calendario

Paltrow Gwyneth

• Los Angeles (Stati Uniti) 28 settembre 1973. Attrice. Oscar come miglior attrice protagonista per Shakespeare in Love (John Madden). Altri film: Il talento di Mr. Ripley (Anthony Minghella), Sliding doors, Seven (David Fincher) • «Creatura acqua e sapone, magra e introversa, una giovane donna sensitiva e piena di grazia, sintonizzata su minimi ma decisivi scarti dell’animo, della fisionomia, degli accenti, delle pause» (Rodolfo Di Giammarco) • «La madre è Blythe Danner, eccellente attrice teatrale; il padre è Bruce Paltrow, potente produttore televisivo. Nasce bene, dunque, questa Gwyneth dal nome impronunciabile, di origine irlandese, un suono snob e raffinato come una nota d’arpa celtica. Nasce così bene che appena adolescente ha avuto una parte ”per gioco” in Hook, film di un regista amico di famiglia, un certo Steven Spielberg. Era Wendy da giovane, l’amore perduto di Peter Pan [...] I genitori la volevano diligente studentessa universitaria, lei ha capito subito di preferire il cinema [...] La popolarità [...] è arrivata [...] con Seven [...] non tanto per la sua interpretazione quanto per il fatto che la ragazza si era fidanzata con Brad Pitt, superbello di successo, allora molto più di lei. I due sembravano fare sul serio (e i paparazzi non davano tregua) [...] Algida oppure sensuale, non a caso continuamente paragonata a Grace Kelly, in poco tempo è diventata una vera icona del gusto. [...] gli uomini trovano sexy le sue nudità spigolose [...] le donne trovano follemente chic il suo portamento e il suo guardaroba [...] Dice: ”Per strada, di solito la gente non mi riconosce. A meno che non sia vestita da Gwyneth Paltrow”» (Paola Jacobbi, ”Panorama” 1/10/1998) • «Quando entro in un ristorante affollato ho la fastidiosa sensazione che per un momento tutti smettano di parlare e mi osservino. Penso che si finisca col farci l’abitudine. Ma per me è ancora raggelante. Non ho mai desiderato davvero di diventare una star. Mi bastava recitare in piccoli film che amavo. Non credo di saper gestire la celebrità: è un territorio sconosciuto dove mi sento quasi un impostore […] Però posso ancora andare in giro in metropolitana. Con un cappottone e senza trucco nessuno mi nota. […] Ho sempre guardato mia madre recitare. La spiavo vivere su un palcoscenico o sullo schermo e ne ero incantata. Sapevo che non avrei potuto far altro se non tentare di imitarla. La nostra casa era frequentata da gente come Steven Spielberg, Michael Douglas, Christopher Reeve. Io ero una bambina magrissima con il ferretto ai denti e volevo cominciare a fare l’attrice. I miei me lo impedirono. Desideravano per me un’infanzia, un’educazione […] Sono sicura del mio gusto. Se devo scegliere un vestito non ho mai esitazioni. So esattamente cosa mi piace: abiti semplici, tinte chiara […] Mi piace fare film in costume. una maschera che mi protegge, mi fa sentire meno esposta […] Le buone maniere. Credo che rendano un uomo incredibilmente sexy» (Claudio Masenza, ”Ciak/Celebrity” aprile 1999). «A volte sento che dovrei accettare alcune delle cose che mi vengono offerte solo per far piacere al mio agente [...] Non ho niente contro i film di cassetta, rispetto chi li fa e chi va a vederli. E ne ho anche fatti [...] accettando un po’ di tutto e calandomi in ogni genere di personaggi. Ma poco dopo il trionfo dell’Oscar ho cominciato a chiedermi che cosa volevo veramente e dopo Shallow Hal ho deciso di non fare più film per un po’» (’La Stampa”, 28/8/2002).