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 2002  marzo 05 Martedì calendario

PAPPALARDO

PAPPALARDO Antonio Palermo 25 giugno 1946 • «’Preferisco servire il Paese rientrando nell’Arma dei carabinieri a me così cara”: correva l’anno 1994, e il colonnello abbandonava un po’ ammaccato l’agone politico, dove pure aveva guadagnato addirittura i galloni da sottosegretario alle Finanze. Galloni che peraltro gli erano stati strappati dal presidente della Repubblica Ciampi (allora premier) su unanime indicazione del Consiglio dei ministri, dopo una condanna a otto mesi per diffamazione. Tornato in divisa non era però certo rimasto con le mani in mano: si era fatto rieleggere presidente del Cocer, il ”sindacato” dei carabinieri, e dopo qualche anno di silenzio era tornato ad occupare prepotentemente le prime pagine dei giornali. Per via di un ”dossier” da molti letto come un invito al colpo di Stato. Ma che qualche mese più tardi il procuratore Antonino Intelisano aveva definito ”rozzo, anzi ridicolo”. Assolto dall’accusa di golpismo, ma di fatto messo in un angolo dall’arma, a quel punto sembrava davvero finito. Macché, nel settembre del 2000 era già in circolazione di nuovo, pronto a mettersi alla guida di un partito di poliziotti e carabinieri. ”Valgo almeno cinque milioni di voti”, andava proclamando fiero. Un mese dopo eccolo offrire le sue forze a Sergio D’Antoni, che aveva appena fondato il suo nuovo partito. Offerta caduta nel vuoto? Non c’è problema, il partito me lo faccio da solo. Un polo che doveva collocrasi a destra della Casa della Libertà (’ha tradito lo spirito del 1994”). Il gruppo si chiama ”Popolari Europei”, tenta di intessere un’alleanza elettorale con la Fiamma di Pino Rauti, ma anche con il Partito liberal popolare di Diego Volpe Pasini, che si ispira nientemeno che a Joerg Haider. Il programma è variegato: carte di credito per le prostitute, per far pagare le tasse sui 15mila miliardi che incassano, un vero e proprio albo professionale per confidenti di polizia e carabinieri, con regolare stipendio. Ma soprattutto ”un recupero delle tradizioni contro la globalizzazione”. Simbolo una bandiera tricolore che si arrotola a spirale: ”E’ bellissimo”» (Giuliano Gallo, ”Corriere della Sera” 31/3/2001).