Varie, 5 marzo 2002
PARIETTI
PARIETTI Alba Torino 2 luglio 1961. Conduttrice tv • «Nonostante tutto ”l’ospite più pagata, più cercata, più temuta della tv italiana” […] ”In tv non mi affidano programmi da anni, perché sono scomoda. Però mi chiamano sempre come ospite perché gli ascolti salgono all’impazzata” […] Nel 1996 la sua love story con l’attore Christopher Lambert fece impazzire i rotocalchi […] ”Sento di essere un riferimento per le donne. Ho incontrato la moglie del presidente della Repubblica, signora Ciampi, alla mostra del cinema di Venezia. Le ho detto:”’Peccato che a presentarci sia Sgarbi”. Lei ha sorriso e ha replicato: ”Ma io la stimo molto”. Beh, è stata una delle più grandi soddisfazioni della mia vita”» (Maria Volpe, ”Corriere della Sera” 7/10/2001). «Decisa a entrare nel mondo dello spettacolo fin da bambina (’ho esordito in una recita scolastica, nel ruolo del dottor Balanzone”), Alba ricorda una gavetta ”lunga quindici anni. Fino al ”90, l’anno di Galagoal, la mia carriera aveva un profilo bassissimo. Ho patito un mare di umiliazioni da certe sadiche funzionarie della Rai che mi trattavano come carne da macello, tanto che alla fine mi sono costruita una corazza abbastanza forte. Quando è arrivata la popolarità, a parte qualche momento di isteria da me peraltro riconosciuto, credo di essermela cavata proprio in virtù di quella gavetta» (Patrizia Carrano, ”Sette” n. 19/1997). «A Torino, dove sono nata, frequentavo l’oratorio e già ero considerata controcorrente. Anche perché, uscita da lì, magari partecipavo a una manifestazione in piazza. [...] Ho vissuto in una Torino assai borghese e vengo da una famiglia particolare. Il ramo materno, tra l’altro, aveva un rapporto stretto con i Savoia. Lo zio di mia madre, Mario Giay Merlera, era commendatore del re e viveva addirittura a Palazzo, come braccio destro di Adalberto di Savoia, duca di Bergamo, che fu testimone di nozze dei miei genitori [...] Mio padre veniva da una famiglia del tutto diversa, d’origine contadina, colta e di sinistra. Mio nonno era un artigiano, socialista vecchio stampo, perseguitato dal fascismo per le sue idee. Papà, da piccolo, era l’unico ad andare a scuola senza la divisa di Balilla [...] Ho conosciuto il meglio, la parte più originale di tutti gli strati sociali [...] Papà considerava la cultura come la più grande forma di libertà. Per questo mi ha sempre spinto a crescere e a studiare. Per lui lo studio era tutto. Fu tra i fondatori di uno dei Convitti della Rinascita, al termine della Resistenza. Sono cresciuta con questo padre che ho idealizzato. E in un certo senso, è lui la mia vera anima [...]» (Luciano Regolo, ”Chi” 18/7/2001). «Posso aver fatto di tutto, ma non credo di essere mai stata né volgare né squallida. […] Ho una grande energia positiva, ma che può anche essere distruttiva per me e per chi mi sta accanto. Non sono una donna facile e serena. So che devo cambiare qualcosa […] Ho avuto 3-4 grandi amori, l’ultimo è stato Jody Vender. Bonaga è stato ed è ancora oggi la figura più importante, il mio giudice supremo che sostituisce la figura di mio padre. Poi c’è Franco Oppini, il padre di mio figlio, e altri due che hanno contato. Alcuni invece non hanno rappresentato assolutamente nulla e ho capito di aver pubblicizzato storie senza peso. Lambert? Una grande passione, per lui ho perso letteralmente la testa, ma è stato un abbaglio […] Come dice un mio amico, gli uomini che stanno con me devono subire un tale massacro che è meglio che si assicurino con i Lloyds di Londra» (’La Stampa” 2/7/2001). Vedi anche: Lucia Castagna, ”Sette” n. 12/1996; Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” n. 24/1997; Lucia Castagna, ”Sette” n. 32/1997; Lucia Castagna, ”Sette” n. 371998.