Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  marzo 05 Martedì calendario

ParkerBowles Camilla

• (Camilla Shand) Londra (Gran Bretagna) 17 luglio 1947 • «Non è bella, ha un carattere infernale, veste male, ma diventerà la moglie del futuro re di Inghilterra. Camilla Shand, classe 1947, già sposata Parker Bowles, ha raggiunto un obiettivo perseguito da quando, nel 1970 (lei ha 23 anni), incontrò Carlo, sedici mesi più giovane, a una partita di polo al Windsor Great Park. Allora il principe di Galles non pensava a sposarsi e la regina non pensava che quella sgraziata ragazza altoborghese potesse essere un partito accettabile. Così la storia finisce, Carlo parte con la Royal Navy e Camilla si accontenta di dire ”sì” all’ufficiale di cavalleria Andrew Parker Bowles. Un matrimonio su cui all’epoca non mancarono i commenti acidi visto che il ragazzo era un noto playboy e aveva da scegliere tra le più belle donne di Londra. Scelse Camilla, infatuato dal suo temperamento focoso, allegro, dalla sua grande capacità di ascolto. Le stesse qualità che hanno legato indissolubilmente il cuore di Carlo. Un matrimonio che iniziò a scorrere subito sui binari del tradimento (da parte di lui). Lei all’iniziò provò a lottare, ad arrabbiarsi, poi decise, con la freddezza consueta, che era meglio non affaticarsi nel tentativo di recuperare il marito. Meglio recuperare la propria vita. E Carlo. Un sentimento mai sopito, un’incredibile affinità di spirito e di sensi che fece dire al principe (in una delle famose telefonate del 1989 registrate): ”La sola cosa che voglio è stare con te, tutt’intorno a te, sopra e sotto dentro e fuori, soprattutto dentro e fuori...”. Da quel giorno [...] in cui si incontrarono, tra Carlo e Camilla ci sono stati solo brevissimi black out, nei primi tempi del matrimonio di lei. Lui ha riconosciuto di avere sbagliato a non chiederle di sposarlo. In loro si perpetuava una tradizione: una bisnonna di Camilla, Alice Keppel, fu amante per tutta la vita del bisnonno di Carlo, Edoardo VII. Ma dal passato a rincuorare gli animi dei due futuri sposi c’è sempre stata anche la soluzione praticata da Edoardo VIII che rinunciò al trono per la sua Wally, divorziata americana, elegantissima, non certo una bellezza ma anche lei, molto, molto appassionata. La regina solo a sentire i nomi di Wally e Camilla aveva una crisi di nervi. Due donne che hanno rappresentato un serio rischio per l’immagine della Corona. Così quando arrivò Diana tirò un sospiro di sollievo. Ma Elisabetta II non aveva fatto i conti con i piani del figlio che nella scelta della moglie era stato consigliato proprio dall’amante. Camilla in Diana vedeva una docile fanciulla da manovrare. Che le cose non stessero proprio così i due se ne accorsero alla vigilia delle nozze, quando Diana aprì un regalo arrivato dal gioielliere reale e trovò un braccialetto con una placca di smalto in cui erano incise le iniziali G e F, ossia Gladys e Fred i nomignoli con cui Carlo e Camilla di scambiavano messaggi e lettere. La scenata della giovane fidanzata spaventò Carlo, ma ancora pensava di poterla tenere sotto controllo. Diana diventava, dopo le nozze, ogni giorno più amata dal popolo nonostante le crisi bulimiche, la magrezza eccessiva, la tristezza. Un’instabilità che la principessa di Galles sapeva veicolare nei cuori dei sudditi. Diventò presto un icona di glamour e bontà, la vittima di una ”strega” di nome Camilla (’il rottweiler” come la chiamava lei), la vera causa di tanta infelicità. Camilla ha le spalle forti, sembra impermeabile alle critiche e a chi le chiede della principessa risponde gelida: ” una creatura ridicola”. Sono anni in cui il matrimonio inesorabilmente naufraga, mentre il rapporto tra i due amanti si fa sempre più stretto. Si incontrano in campagna una volta alla settimana, si telefonano ogni sera. Camilla ama le cose che ama Carlo, l’arte, la natura, la caccia, le serate in campagna davanti al fuoco circondati dai cani. Lei lo ascolta e lo consiglia nei discorsi ufficiali. Nel dicembre 1992 viene annunciata ufficialmente la separazione, Lady D. si trasferisce a Kensington Palace, mentre il principe Carlo continua a vivere ad Highgrove. Nel novembre 1995 Camilla si separa e Diana rilascia un’intervista televisiva. Parla della sua infelicità e del rapporto con Carlo. L’odio dell’opinione per Camilla deflagra. Il 31 agosto 1997 la favola di Diana e la sua tristezza si infrangono per sempre in un tunnel di Parigi. Carlo piange l’ex moglie insieme ai figli e al popolo che consacra il ricordo di Lady D. L’odio verso Camilla diventa planetario. la strega che ha sconfitto la principessa, l’ha umiliata e costretta all’infelicità. Carlo non pensa mai, nemmeno per un attimo, di troncare questo rapporto ma capisce che è bene ”congelarlo”. Tuttavia presto per Camilla viene concertata una campagna di immagine orchestrata da Mark Bolland, il più stretto collaboratore del principe. Carlo e Camilla appaiono sempre più spesso insieme, lei si sforza di andare dal parrucchiere per tenere a bada la massa grigia e ribelle dei suoi capelli. Gli abiti che indossa hanno forme più moderne rispetto al genere ”sacco” da lei amato. E per le celebrazioni del Giubileo arriva il primo segno di disgelo da Buckingham Palace: un invito della regina. l’inizio dell’avvicinamento a tappe forzate di Camilla al trono» (Maria Corbi, ”La Stampa” 11/2/2005). «In principio era la parabola del brutto anatroccolo: di fronte a Diana, un cigno meraviglioso capace di volare nei cieli delle fiabe, era come una papera impantanata nello stagno dell’adulterio. Anzi, era lei che inquinava le acque del principe Carlo, il suo amante. Poi, quando Diana volò fino a schiantarsi sotto un ponte di Parigi, la gente cambiò favola: se Diana era stata la cicala che spreca i doni della vita, Camilla è la formica che fa provviste per l’inverno. Non è simpatica, la formica, perché non si presta a sogni romantici, ma almeno non fa drammi, scenate, scandali. […] I seriosi costituzionalisti che oggi studiano la fattibilità d’un matrimonio fra il principe, divorziato, e la sua vecchia fiamma, pure lei divorziata, avrebbero dovuto essere presenti - ma come potevano? - alla prima volta che Carlo e Camilla, nel 1972, ballarono assieme. Ella, subito, gli ricordò: ”Lo sai che la mia bisnonna e il tuo bisnonno erano amanti?”. Era vero, perché Alice Keppel fu amante di Edoardo VII e prendeva l’incarico con senso del dovere: ”Il mio compito è fare la riverenza, poi saltare nel letto”, diceva. Ma che Camilla usasse l’aneddoto alla prima occasione fu, se non una richiesta preventiva d’impegno, almeno un segno premonitore. Ovviamente, un tarlo, se qualcuno sbatte un cassetto, ha l’istinto di smettere di rodere, e tace. Così Camilla, quando Diana l’accusò nella clamorosa intervista tv (’Eravamo in tre nel matrimonio, sicché era un po’ affollato”, disse), dovette farsi da parte, sparire. In quel difficile momento, la linea costituzionale veniva dettata alla corona dal ”Sun”, con lo schietto linguaggio dei tabloid. ”Bed her, don’t wed her”, era la raccomandazione a Carlo, cioè portala a letto, non sposarla. Ma lei non si perse d’animo, andò in apnea e si ricordò di che cosa faceva se, da ragazza, doveva conquistare un boyfriend: le tattiche sperimentate, infatti, sono quelle che ci vengono naturali. Da liceale, quando andava alla Queen’s Gate School, non era, lo si capirà, tra le allieve più graziose: ”Permettevamo alle meno carine di usare un po’ di make-up”, ricorda oggi Penelope Fitzgerald, la scrittrice, che le insegnò il francese. Così truccata, non aveva difficoltà a trovare bei ragazzi: ”Quando uno entrava nel suo raggio d’azione, lei accendeva i fari abbaglianti”, ricorda una compagna. Altrimenti, usava la tattica dell’avvoltoio, che vola in cerchi sempre più stretti: quando già stava con Andrew Parker Bowles, il brigadiere che poi sposerà, si seccava se lui usciva con altre ragazze, benché la loro fosse una relazione ”vai e vieni”, come la definisce un giornale. Racconta Lady Caroline Percy: ”Quando vedevo Andrew, lei veniva alle feste e mi chiedeva che cosa facevo col suo ragazzo. Lei faceva sempre così con le altre. Finché mi stufai e le dissi: te lo puoi riprendere, quando l’ho usato”. E infatti così Camilla fece con Andrew, e poi con Carlo: quando la stella di Diana tramontò, lei era lì, pronta, a riprendersi l’antico boyfriend. Ora, se è entrata nella stessa foto di Elisabetta, è in vista del traguardo. La regina madre, che non la poteva sopportare, se n’è andata. La regina ha detto che la casa reale deve adeguarsi ai tempi. La Chiesa d’Inghilterra non sembra più ostile a un matrimonio. E i sudditi, la cui opinione è accuratamente massaggiata dai consiglieri di Carlo, si sono adeguati. Perfino i repubblicani, sul ”Guardian”, scrivono che il tarlo Camilla è finalmente, meritatamente, giunto in fondo al tunnel: ”Una madre single, che fuma come un turco, è ciò che ci vuole per la nostra famiglia reale”. E’ l’eterna Inghilterra dell’understatement, della modestia nelle grandi cose della vita, dell’ironia a dispetto della supponenza, che riprende il sopravvento. Camilla, una donna che ”è assolutamente capace di scendere da cavallo e infilarsi un abito da sera, senza nemmeno prendere una doccia”, è quello che ci vuole per ridare antica fragranza alla corona» (Alessio Altichieri, ”Corriere della Sera” 4/6/2002).