Varie, 5 marzo 2002
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Parker Sarah
• Jessica Nelsonville (Stati Uniti) 25 marzo 1965. Attrice • «Dopo 25 anni di onorata professione, sia nel cinema che in televisione, alla fine è diventata una star grazie alla popolarissima serie televisiva Sex and the City [...] Ha debuttato a Broadway quando aveva solo 10 anni. sposata con l’attore Matthew Broderick [...] ”Sono una specie di puzzle: nelle mie vene scorre sangue russo, ebero, pellerossa, gallese, scozzese e tedesco. Non avrò mai un naso perfetto. Ho i capelli ricci. Potrei fare qualcosa per cambiare il mio aspetto, ma non ne ho voglia. Ricordo che un tempo mi dicevano che non ero bella abbastanza per avere successo. Poi nel 1991, con Pazzi a Beverlyy Hills, il film nel quale ho recitato al fianco di Steve Martin, improvvisamente ci si è accorti che potevo essere bella e sexy, e questo solo perché il mio era il ruolo di una donna che sfruttava queste sue qualità. Avere fiducia in se stessi dipende molto da come gli altri ti percepiscono [...] Io vengo da una famiglia dove la commedia era una parte importante della nostra vita. I miei fratelli erano tutti molto divertenti [...] Il mio patrigno lavorava saltuariamente e ricordo che da bambina, qualche volta, tornando a casa mi chiedevo se ci avessero tagliato la luce o se tirando su la cornetta del telefono avrei ottenuto la linea o no. L’anno in cui ci trasferimmo a New York, io avevo 11 anni, i miei genitori ci spiegarono che quel Natale avremmo avuto l’albero decorato ma regali solo per i due più piccoli. [...] A scuola non pagavo la refezione e mia madre riceveva un sussidio statale” [...]» (Bruno Lester, ”Chi” 18/4/2001). «’ stato un sollievo lasciare Sex and the City perché, dopo sette anni, come il primo giorno, io non mi sentivo affatto nella pelle del mio (pur amato) personaggio, Carrie Bradshaw, anche se era stato creato proprio per me. Non sono single bensì sposatissima dal 1997, sono il contrario di una sex girl perché il romanticismo fa parte del mio carattere, non amo fare shopping, in cucina sono esperta, a una avventura preferisco la coltivazione delle mie orchidee. Inoltre, essere una sorta di icona della moda, dato che mi considero una jeans girl, è stato faticosissimo”. [...] fascinosa bruttina del serial [...] naso ritoccato dal bisturi, ma pur sempre importante [...] domina strade e centri commerciali con maxi cartelloni del profumo di cui è testimonial. ”In tanti mi chiedono perché mai noi attrici, ricche e privilegiate, facciamo anche pubblicità a colpi di milioni di dollari. Rispondo per me: da ex ragazza bruttina mi sento gratificata ma questo aspetto frivolo si sposa a miei impegni più seri con l’Unicef e come produttrice. [...] Sono stata poverissima, mia madre per crescermi nella cittadina dell’Ohio dove sono nata faceva anche le pulizie, e ho una certa ingordigia per le cose belle, che mi fanno sentire sicura. La mia è la rivincita della classica bruttina, che a scuola dileggiavano per il suo naso, i piedi troppo lunghi e nodosi (per questo Carrie ha l’ossessione delle scarpe, ora posso svelarlo). Eppure, all’inizio degli anni Ottanta, ebbi successo proprio per questo mio aspetto un po’ cavallino. [...] Dopo Sex and the City, i produttori non mi chiamano più per parti solo da racchietta e il mio narcisismo frustrato della giovinezza si prende rivalse anche se ricordo con soddisfazione gli anni duri a Los Angeles”. Allora, Sarah viveva con Robert Downey jr e faceva parte del clan dei rampanti e ribelli di Hollywood. ”«Ritornare a vivere sulla East Coast, dove avevo iniziato la carriera nel musical e in tv, mi ha aiutata a dare un ordine alla mia vita. Sì, in futuro diventeranno sempre più stretti i rapporti tra cinema e televisione. Se mi sono piaciute le casalinghe disperate? Certo, ma noi sexy girls eravamo più moderne. Carrie e le altre hanno insegnato a tante donne il cinismo e il romanticismo delle relazioni di oggi [...] E dire che, quando ero adolescente, in una casa con cinque ragazzi, a me toccavano sempre gli abiti già usati, con maniche troppo corte per le mie braccia lunghe. [...]”» (Giovanna Grassi, ”Corriere della Sera” 4/10/2005).