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 2002  marzo 05 Martedì calendario

PARODI

PARODI Cristina Alessandria 3 novembre 1964. Giornalista. Conduttrice tv. stata tennista e ha cominciato a scrivere collaborando a riviste di tennis. Ha esordito poi come giornalista sportiva a Odeon Tv. Nel 1990, si è trasferita a Mediaset. Qui ha conosciuto Giorgio Gori, allora direttore di Canale 5, con cui qualche anno dopo si è sposata. Dallo sport è passata alla conduzione del Tg5, diventando uno dei volti più noti della rete. Tanto che nel 1996 le è stato affidato un intero programma, Verissimo. «[...] è apparsa in video, da ragazzina o quasi [...] il primo vero successo? [...] ”[...] Avevo 20 anni e lavoravo a Odeon tv, in un programma inventato da Carlo Tamburello. Si chiamava [...] Forza Italia [...] Un bel successo, un programma giovanile e divertente, fu Calciomania, con Maurizio Mosca [...] Erano gli anni del boom delle ragazze impegnate a parlare di calcio. Alcune con ottimi risultati: Kay Sandvik, Antonella Clerici, Simona Ventura, l’exploit di Alba Parietti con quel memorabile sgabello a Galagoal... Altre ragazze, ce n’erano tante, si sono perse per strada [...] Io di calcio non capivo e non sapevo un accidente. E si sa quanto siano pignoli, esigenti i telespettatori appassionati di questo sport: guai a sbagliare un nome, un gol... E così, in quegli anni, studiavo calcio. Sono molto riconoscente a Marino Bartoletti, direttore della testata sportiva di Mediaset. Arrivai da lui con timore perché Marino era diviso da Tamburello da una forte rivalità. Invece mi assunse subito e mi aiutò moltissimo. Poi mi prese Enrico Mentana, per il Tg5 [...] il 13 gennaio del ’92 ci fu la prima edizione del Tg5, alle 13. Io ero una matricola e toccava a me condurre, Ricordo l’emozione, in attesa dei servizi... Era previsto anche un colegamento con Berlusconi, poi tutto filò liscio, senza un intoppo, senza errori. Al contrario di quello che successe alle 20, con Enrico in video. Un disastro, i servizi non partivano mai, c’erano di continuo disguidi con la regia... [...]”» (Cesare Lanza, ”Capital” novembre 2001). «Il suo modello è Enrico Mentana, il direttore del Tg5 che l’ha avviata al mestiere. ”Mi ha insegnato a parlar chiaro, a non usare gerghi, a eliminare frasi fatte e luoghi comuni. Più che come capo, Mentana mi piace quando conduce un programma parlando alla gente senza fogli e senza appunti, con semplicità ed efficacia”. La lezione appresa da Mentana [...] è quella che continua a utilizzare a Verissimo, quotidiano a striscia pomeridiana in onda da lunedì a venerdì su Canale 5, per l’ottavo anno consecutivo. Senza mai annoiarsi? ”Raramente. I fatti cambiano ogni giorno: c’è sempre qualcosa di nuovo. E poi, anche se non sembra, il programma ad ogni stagione muta un po’”. [...] Bella, giovane, arrivata, moglie di Giorgio Gori, uno degli artefici della nuova tv nonchè madre di tre bambini a scaletta, ha cominciato a fare la giornalista quando ancora studiava scrivendo per ”Il Piccolo” di Alessandria, racconta di aver capito che la tv le piaceva di più quando ha cominciato a montare i primi servizi: ”Scegliere le immagini, mettere la musica, tagliare in un certo modo un pezzo, m’ha dato grandissima soddisfazione”. Più che comparire in video, essere riconosciuta per strada, far parte dei famosi? ”Molto di più. Mia madre, a volte, mi rimprovera perchè sostiene che non mi rendo conto di quel che posso avere. Ma per me Verissimo è un lavoro. Non riesco a sentirmi una diva del piccolo schermo”» (Simonetta Robiony, ”La Stampa” 1/10/2003). «Avevamo il nostro Desperate Housewives e non ce n’eravamo accorti. [...] Certo, un telefilm (e un telefilm di quella fatta) non possiamo permettercelo. Dobbiamo accontentarci. Ma D. H. c’è, ve l’assicuro, e va in onda tutti i giorni (anzi, due volte al giorno) e c’è una sola persona che incarna le quattro protagoniste, e c’è una sola, fulgente vicina di casa che si fa in quattro per noi. Il nostro D. H. si chiama Verissimo e a interpretare la splendida parte della casalinga disperata c’è da una vita Cristina Parodi (Canale 5, ore 11.40 e 17). Cristina è soprattutto Bree Van De Kamp, la moglie perfetta, l’impeccabile, cotonata, padrona di casa (ha scritto persino libri di galateo), tutta casa e lavoro, sempre inappuntabile mentre prepara la colazione per i figli, cura i fiori nel fine settimana, ritira gli abiti in tintoria, scrive i testi del suo programma, si sottopone mite al trucco e alla sartoria. Ma appena Cristina ha sentore che troppa perfezione possa nuocerle e le attiri quell’odioso nomignolo di ”frigidaire” ecco chiamare l’amico direttore per un servizio osé. Così Bree, davanti al fotografo, diventa Gabrielle Solis, tutta una promessa di sesso, notti a luci rosse. Ma se poi c’è da presentare la serata impegnativa, magari alla presenza di alti prelati, allora Cristina si trasforma in Lynette Scavo, la manager che preferisce ritirarsi a casa a occuparsi dei tre figli ”rinunciando” a una carriera di grande prestigio. Come se non bastasse, Cristina trova anche il tempo per vestire i panni di Susan Mayer, l’incendiaria, la tenera indifesa, l’infelice piantata dal marito che ha altro per la testa. Grazie, disperata, suburbana, nostra casalinga Cristina» (Aldo Grasso, ”Corriere della Sera” 25/2/2005).