Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  marzo 05 Martedì calendario

Pelevin Viktor

• . Nato a Mosca (Russia) il 22 novembre 1962. Scrittore. All’inizio pensava di fare l’ingegnere. «Non volevo andare a lavorare la mattina [...] Avrei preferito non fare niente, ma non ci sono riuscito. Infatti, devo, comunque, svegliarmi presto perché la mattina è il momento migliore per scrivere, fuori tutto è fresco e silenzioso. In compenso ho il gran vantaggio di lavorare da solo. La mia natura è questa, comunicare per dovere mi costa una gran fatica, anche se posso facilmente entrare in contatto con gli altri. [...] Quando Eltsin s’è dimesso ero in ritiro in un monastero zen, in Corea, dove sono rimasto felicemente senza notizie per tre mesi. Finito il ritiro sono tornato a Seul dove ho scoperto che avevamo un nuovo presidente e non l’avevo saputo, ma non mi sono sentito spezzato. [...] E’ la pubblicità che si serve di meccanismi molto vicini all’occultismo e alla magia nera. Quello che fa la pubblicità è renderti infelice e questo sentimento d’infelicità genera fascismo. Ricordo che dopo la crisi economica del ’98 la cosiddetta classe media, la nuova spina dorsale della società fu completamente spazzata via in pochi giorni. Infatti, era un’invenzione della pubblicità. E cosa facevano certi politici russi fautori della famosa terapia da shock, come Gajdar o Javlinskij, se non ripetere degli spot pubblicitari. [...] Gorby è l’unico politico russo che ammiro. Tutto ciò di positivo che abbiamo oggi, come la libertà di parola, è stato portato da Gorbaciov. Eltsin era un don della mafia. [...] Putin mi ricorda il personaggio di Musil, l’uomo senza qualità: è parte del suo background non suscitare impressione alcuna» (Alberto Stabile, ”la Repubblica” 12/4/2001).