Varie, 5 marzo 2002
PELLEGRINO Giovanni
PELLEGRINO Giovanni Lecce 4 gennaio 1939. Politico. Ex senatore (1990-2001, Pci-Pds-Ds). Ex presidente della Provincia di Lecce (2004-2009). Per due legislature presidente della Commissione stragi, «[...] è persona che di segreti ne ha maneggiati parecchi. Sempre alla luce del sole, però. Sempre da presidente della Commissione Stragi, in anni in cui sul suo tavolo passavano vicende come quella di Ustica, della stazione di Bologna, di Gladio. [...]» (M. Mart., “Il Messaggero” 7/7/2007). Nel 2007 difese in Parlamento Cesare Previti: «D’Alema l’ha voluto a tutti i costi presidente della Provincia di Lecce (“Nel 2004, quando me lo chiese, mi dissi che se gli avessi risposto di no avremmo rotto per sempre”), ma - almeno a sentire lui dopo la performance difensiva alla Camera - non gli avrebbe per nulla rinfacciato di aver accettato di fare l’avvocato di Previti. “D’Alema? Non me ne ha parlato proprio”. E a Roma, rimproveri dagli ex colleghi? “Nessuno osa farmene. Tutti sanno che Giovanni Pellegrino è fatto a modo suo. E poi, forse un penalista si preoccupa se deve difendere un ladro?”. Di fronte alla giunta per le elezioni, l’ex senatore parla per un’ora. Un discorso puntiglioso, decisamente da addetti ai lavori. Imperniato sul fatto che, alla Camera, non esiste una legge per regolare la decadenza di un parlamentare. E quindi, su Previti è necessario soprassedere per la duplice condizione in cui si trova: ha fatto ricorso alla Corte dei diritti dell’uomo contro la sentenza della Cassazione e nell’agosto 2008 smetterà di essere affidato ai servizi sociali. Se la giunta vuole decidere oggi, può solo prendere una decisione temporanea che, se Previti vince a Strasburgo, o se dopo l’affidamento riottiene i diritti civili, va cancellata. Mentre torna verso lo studio di avvocato amministrativista in corso Rinascimento, Pellegrino non potrebbe essere più sereno. Non vede contraddizioni. Non gli stride il fatto che sia stato un senatore ds di punta, battagliero presidente della commissione Stragi e della giunta per le immunità del Senato. Lampante contrasto? Scelta politicamente scorretta? “Durante la seduta le mie argomentazioni sono state seguite col massimo rispetto. Mi hanno fatto domande congrue. Hanno seguito attentamente le mie argomentazioni”. La sua, e insiste nel rimarcarlo, è stata “solo una difesa tecnica”. È inutile cercare di provocarlo facendogli notare che, mentre tutta l’Unione (senza un dissenso) plaude al voto su Previti, lui, che per l’Unione è presidente della provincia a Lecce, parla a favore dell’ex avvocato di Berlusconi. Niente da fare: “E allora? Io faccio l’avvocato e quando [...] il mio amico Luigi Medugno che aveva difeso durante i lavori della mia giunta alcuni senatori, mi ha chiesto se volevo seguire Previti, gli ho posto una precisa condizione: lo farò, ma a patto di trattare il caso solo dal punto di vista dello status parlamentare. Mi hanno dato assicurazioni, sono andato avanti”. Eppure, ripensando a quella dozzina di minuti quando, in giunta, Previti ha sfoggiato il repertorio del perseguitato politico, Pellegrino non riesce a trattenere un sospiro: “Io ho parlato in punta di diritto, ho lasciato la politica fuori dalla porta. Certo... poi ha parlato Previti e l’ha riportata dentro...”. L´incertezza lo prende per un secondo, ma fugge subito via. L’ex senatore teorizza la sua azione: “Gliel’ho sempre detto a Cossiga, le giunte in Parlamento hanno una funzione paragiurisdizionale, e non politica, quindi un avvocato fa l’avvocato e basta. E poi io due parlamentari di An li avevo già difesi. Li ho fatti vincere entrambi e sono entrati uno al posto dell’Udc e l’altro del Prc”. La tesi dell’avvocato “puro” la veste pure politicamente. Così: “Qui dobbiamo decidere. Non vogliamo che prevalga il bipolarismo manicheo, ma quello mite, senza settarismi, per cui è normale che un avvocato di centrosinistra difenda uno del centrodestra. Se invece teorizziamo che il centrosinistra è il bene e il centrodestra il male, o viceversa, allora l’avvocato politicamente etichettato difende solo quelli della sua parte politica. Ma quest’avvocato non sono io”» (l. mi., “la Repubblica” 10/7/2007).