Varie, 5 marzo 2002
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PELÙ Piero Firenze 10 febbraio 1962. Cantante. Leader dei Litfiba (vedi RENZULLI Ghigo), mitica band sciolta nel 1999 dopo litigi feroci e riunita nel 2010 • «Le doti del cantante rock le ha tutte: la comunicativa, la passione, l’originalità e, soprattutto, una presenza scenica che nessun altro ha fino ad oggi eguagliato
PELÙ Piero Firenze 10 febbraio 1962. Cantante. Leader dei Litfiba (vedi RENZULLI Ghigo), mitica band sciolta nel 1999 dopo litigi feroci e riunita nel 2010 • «Le doti del cantante rock le ha tutte: la comunicativa, la passione, l’originalità e, soprattutto, una presenza scenica che nessun altro ha fino ad oggi eguagliato. Piero Pelù incarna alla perfezione il ruolo, lo ha fatto straordinariamente con i Litfiba, lo fa ancora oggi, da solista. Crescendo, con il tempo, ha abbandonato parte del suo estroverso modo di essere, è maturato, è cambiato, ha capito come amministrare meglio le proprie forze e la propria intelligenza. Ha sofferto, molto, la separazione dei Litfiba, ha ondeggiato, cercando una propria strada e una propria dimensione, nel bel mezzo di un passaggio epocale, per non restare ”il miglior cantante rock italiano del secolo scorso” . Ed oggi, dopo alti e bassi, ha trovato nuovamente la ”retta via”, con una nuova band e un rinnovato amore per il rock [...]» (Ernesto Assante, ”la Repubblica” 3/7/2006) • «Negli ultimi tempi con i Litfiba non era vita, era sopravvivenza, nonostante siano stati anni segnati da una straordinaria impennata della nostra popolarità. [...] Dopo tanti anni insieme si era raggiunto un bell´equilibrio. Se devo pensare a un disco che racchiuda gli anni Novanta dei Litfiba penso a Mondi Sommersi, che è stato per noi quello che 17 Re era stato negli anni Ottanta, un disco nato prima dello "straboom" di successo che ci ha travolti, pensato ancora con quella ingenuità e quella pulizia che ci aveva sempre caratterizzato, per la quale la musica poteva andare da se, senza trovare la quantificazione di ogni mossa e sfumatura. Dal missaggio di quel disco ha incominciato a crollare tutto, lo ricordo benissimo, si tratta del secolo scorso ma era solo il 1996. I Litfiba si erano trasformati in una gallina dalle uova d´oro che interessava troppi e la situazione è esplosa [...] Se noi ci fossimo lasciati in una forma più intelligente e rispettosa del nostro passato, poteva magari anche rimanere aperta l´ipotesi di ritrovarsi un giorno e fare delle cose insieme, ma evidentemente non era possibile [...] Credo che una scelta fondamentale sia stata quella di regalare il marchio dei Litfiba al mio ex compagno. Un marchio forte nella musica, come nelle bevande o nei vestiti, è importante. La gente si affeziona al marchio, e l´ho constatato sulla mia pelle, un marchio come quello dei Litfiba andava da se, era affermatissimo, fortissimo. Il fatto che si sia sgretolato e io abbia proposto un marchio differente, anche con sonorità differenti, come quelle del "med rock" che è più focalizzato rispetto a quello pop rock di Infinito, ha portato a uno spiazzamento del grande pubblico. Pensate a cosa accadrebbe, per paradosso, se Vasco litigasse con se stesso e decidesse di chiamarsi in un altro modo, sempre con la sua voce, magari cambiando un po´ stile, di sicuro avrebbe qualche problema. Non è un caso che i dischi di Mick Jagger da solo non abbiano lo stesso successo di quelli dei Rolling Stones. Insomma, ho ricominciato tutto daccapo [...] Negli ultimi due tour dei Litfiba andare a suonare sul palco, in posti che esplodevano di gente, era diventato angoscioso, si perdeva l´armonia completamente. Io credo che la musica sia uno di più begli esempi di compromesso che la natura umana abbia mai creato: l´armonia tra gli strumenti, l´essere tutti sullo stesso tempo, sono cose ovvie ma si erano allontanate dal mio modo di andare a suonare e oggi mi sembra di rinascere [...] Io certe scelte le ho fatte cercando di darmi un contegno ma sono in realtà un terribile istintivo. Alla fine non ho cantato in inglese anche per caso, perchè quando andai a Londra nell´80 per lavorare li, fui cacciato due volte dal Marquee perché ero troppo ubriaco e decisi di tornare in Italia. Non prevedevo in nessun modo di diventare un punto di riferimento per qualcuno [...] Nei primi anni Ottanta, per chi cominciava dalla new wave o dal punk era tabula rasa. [...] Io mi sento ancora uno sradicato in generale, non so nemmeno da dove viene il mio cognome, dico che è di origine sarda e ne sono fiero ma non so se è così. [...] I miei concerti sono già cambiati assieme alla mia età, ci sono già momenti più intimi e quelli fisici. E poi, se devo dire la verità, il mio più grande punto di riferimento è Peter Gabriel non Mick Jagger. Ho avuto la fortuna, l´interesse di buttarmi anni fa nello studio del teatro, sono ancora appassionato da mimo e danza, e mi do delle possibilità per il futuro: se uno come Lindsay Kemp, maestro inarrivabile, fino a 70 anni ha affascinato il mondo con il suo corpo, spero anche io, quando cascherò a pezzi, di riuscire a esprimere un minimo di amore» (Ernesto Assante, ”la Repubblica” 10/8/2003) • Non ha mai partecipato al Festival di Sanremo: «La competizione mi angoscia […] In ciascuno di noi vive l’istinto omicida. La grande scommessa è quella di riuscire a domarlo. Bisogna cercare di essere se stessi, non come ci vorrebbero gli altr. Né buoni né cattivi, come canto nel pezzo che si rifà alla separazione dei Litfiba, vissuta con sentimenti anche devastanti [...] Diciotto lunghi anni, pieni di gioia ma anche di tristezza, negli ultimi tempi. Perché la band ha conservato il nome Litfiba? Sono scelte artistiche che non mi riguardano. Non ascolto quello che fanno ora».