varie, 5 marzo 2002
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Penn Sean
• Burbank (Stati Uniti) 17 agosto 1960. Attore. Premio Oscar come miglior protagonista nel 2003 (Mystic River) e nel 2008 (Milk), nomination anche nel 1995 (Dead man walking), 1999 (Sweet and lowdown), 2oo1 (I am Sam). Golden Globe nel 2003 per Mystic river, nomination anche nel 1993 (Carlito’s way, non protagonista), 1999 (Sweet and lowdown), 2008 (Milk) • Il padre, Leo Penn, fu emarginato dal cinema dalle liste nere del maccartismo, continuò poi sino alla morte a scrivere per il teatro. E’ sposato con l’attrice Robin Wright. «Già due volte in corsa agli Oscar (per Dead Man Walking e Sweet and Lowdown, titolo italiano Accordi & disaccordi), resta l’imprevedibile ex ”bad boy” di Hollywood. Oggi è un padre e marito irreprensibile. Resta un ”cavallo nero di razza”, come dicono coloro che lo ammirano, ma diffidano delle sue sprezzanti dichiarazioni su colleghi ”diventati pessimi attori” con scelte commerciali, a esempio Nicholas Cage e Charlie Sheen, un tempo fedelissimi amici. ”Non scelgo i copioni considerandoli una mercanzia da vendere: spero che allo spettatore interessato a problemi di integrazione sociale non importi se vado a parlare di sciocchezze in tv. Non sopporto le chiacchiere, bado ai fatti. Invito chi mi critica a vivere una giornata nella associazione di disabili a Los Angeles ”Inside Out”, dove c’è un mondo di grande umanità e talento artistico. Ai pomeriggi di ”Inside Out” porto, con Michelle Pfeiffer e i suoi figli, i miei due bambini e ogni volta, imparo e sono più forte. Dico quello che penso sulla stupidità degli studios, che considerano la massa degli spettatori un parco bestiame. A un film guerrafondaio e che della morte fa spettacolo, io ho preferito recitare in La sottile linea rossa. Conosco bene i compromessi che molti accettano, fingendo il contrario, e che io rifiuto anche avendo aderito al movimento anti-global. Io non sventolo bandiere che disprezzo per il mio tornaconto e sono andato a vivere con mia moglie Robin a nord di San Francisco dove non sollecito i flash”» (Giovanna Grassi, ”Corriere della Sera” 13/2/2002). «Se come attore Sean Penn non si può dire un esempio di sobrietà, come regista è l’opposto: scarnifica l’inquadratura e la messa in scena per concentrarsi tutto su quel che racconta. E poi ha la tendenza a scegliere personaggi dominati da un’ossessione» (’la Repubblica”, 28 ottobre 2001). «Non fa più a botte nei bar e non prende più a pugni i paparazzi, come faceva quando stava con Madonna e aveva sempre i nervi a fior di pelle: da molti definito il miglior attore americano vivente (lui che vorrebbe fare il regista e basta) ha canalizzato la sua impulsività su terreni più costruttivi, come quello politico. meno aggressivo, ma più polemico. Pubblica spesso lettere aperte sui maggiori quotidiani, pagando fior di quattrini, criticando le scelte del governo Bush. Ed ecco ”Bagdad Sean” che subito prima dell´invasione americana si reca in Iraq per vedere la verità coi propri occhi (’Siamo schiavi dei media”, dice), che accusa Hollywood di neo-maccarthismo contro chi critica Bush, lamenta a gran voce le bugie ammannite sulle armi di sterminio e vede l´intervento in Iraq come un brutto copione. ”Nella trama ci sono falle grosse come una casa”, dice masticando gomma e accendendosi una American Spirits. ”Il casting è micidiale: il fantoccio che recita Donald Rumsfeld dovrebbe darsi al cabaret. un pessimo film con un budget di miliardi di dollari. E i bambini continuano a morire”. I film che vuole vedere sono altri. scocciato, arrabbiato: una volta lo era come ribelle, ora come dissidente. [...] I complimenti si sprecano: è il De Niro della sua generazione, dicono, e anche di più. Anjelica Huston, che ha diretto nel suo secondo film Tre giorni per la verità, spiega meglio: ”In Sean c´è un poeta, dunque una persona difficile. un maschio macho, una combinazione di tenerezza e rissosità prevalente negli irlandesi, quella cosa che ti fa stare alzato fino a tardi a bere whisky e scrivere poesie, che ti fa fare a botte e uscire di testa per bionde impudenti che ti fanno diventare matto”. Penn vive nei pressi di San Francisco con la moglie, l´attrice Robin Wright, e i loro due figli. [...] ”Riconosco la parte del whisky: per riprendermi dagli sfoghi emotivi che alcuni dei miei personaggi richiedono, e che talora mi lasciano esangue, ricorro, a fine giornata, a un drink. Diciamo anche due...”. [...] Sembra specializzato in anime in preda al furore. [...] ”Un attore si trova nella situazione penosa di dover dipendere sempre dall´abilità del regista: per questo preferisco dirigere”» (Silvia Bizio, ”la Repubblica” 23/11/2003).