Varie, 5 marzo 2002
Tags : Marie-José Perec
Perec MarieJose
• Basse-Terre (Guadalupa) 9 maggio 1968. A 16 anni arriva a Parigi per allenarsi a Creteil. Nel 1991 vince i mondiali dei 400 a Tokyo, confermandosi nel 1995 a Goteborg. Nel 1992 è medaglia d’oro all’Olimpiade di Barcellona. Subito dopo parte per Los Angeles, per allenarsi con John Smith. Ad Atlanta, nel 1996, è due volte campionessa olimpica: nei 200 e 400 metri. Nel gennaio 2000, dopo una mononucleosi che la tiene per un anno lontana dalle piste, va a Rostock ad allenarsi con Wolfgang Meier in vista di Sydney, ma fuggirà prima della gara. ”Sono stanca, mi hanno annientato. Chissà se un giorno riuscirò a correre di nuovo’. Erano spezzate dai singhiozzi le ultime parole in pubblico della gazzella nera. Era la fine del settembre 2000 appena qualche giorno dopo la grande fuga dall’Olimpiade di Sydney, una fuga ignobile, per quelli che l’hanno sempre detestata, una fuga umana, terribilmente umana, per tutti gli altri. Da allora, più niente. Fuggita di nuovo, lontano dai giornalisti, dagli ammiratori, dagli allenatori (...) Di lunghi silenzi, fughe, rifugi nascosti e lontani dal mondo è piena la vita di Marie-Jo Perec. Nel settembre del 1998 si ammala di mononucleosi, scompare dalle piste, comincia una lunga e difficile cura: nemmeno una parola, nessuna dichiarazione, per quasi un anno i giornalisti continuano a parlare di mistero, di scomparsa inspiegabile. Stesso silenzio nell’agosto 1999, dopo i Campionati del mondo di Siviglia: lascia l’America e l’allenatore delle stelle John Smith senza una spiegazione (...) Bellissima, elegante e goffa nello stesso tempo, capace di sfilare per Paco Rabanne e di allenarsi per mesi al chiuso di un austero stadio nel cuore di una Germania rimasta sconosciuta: non ha mai voluto imprare il tedesco, incontrare la gente, conoscere la città” (Francesca Pierantozzi, ”Corriere della Sera” 3/3/2001).