varie, 5 marzo 2002
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Perez Florentino
• Madrid (Spagna) 8 marzo 1947. Imprenditore. Presidente del Real Madrid, dal 2009 e già dal 2000 al 2006 • «[...] l’inventore dei Galácticos [...] presidente dei Merengues dal 2000 [...] se ne va con un palmares solo eguagliato dal mitico fondatore del club, Santiago Bernebeu: 2 campionati, una Champions League, due supercoppe di Spagna, una Supercoppa d’Europa ed una Coppa Internazionale. Una performance conseguita in soli 6 anni. [...] Arrivato alla presidenza con l’impegno (rispettato) di portare Figo dall’odiato Barça ai Merengues, l’ex presidente [...] numero 1 della più importante impresa di costruzioni di Spagna, la Acs, ha rivoltato come un calzino un Real che prima di lui era in bancarotta» (Gian Antonio Orighi, ”La Stampa” 28/2/2006) • «Costruttore e finanziere [...] ha sconvolto il calcio spendendo qualcosa come 250 milioni di euro per avere Figo, Zidane, Ronaldo e [...] Beckham. Un colpo all´anno, sempre più forte. Al confronto, tutti gli altri nababbi del pallone possono tranquillamente sentirsi pezzenti. [...] La filosofia di don Florentino è la stessa con cui Beckham colleziona ville, orologi e auto. Con la differenza che Becks non può guidare più di una Ferrari alla volta, mentre l´allenatore del Real deve trovare il modo di farlo, ogni partita. [...] Quando nell’estate del 2000 il faraone Florentino ha vinto le elezioni, promettendo ai soci che avrebbe rimborsato loro le quote di un anno (circa 40 miliardi delle vecchie lire) se non avesse portato Figo dal Barcellona, il Real aveva 50 miliardi di pesetas di debiti. Per ripianarli ha venduto l’area dove sorge la Ciudad Deportiva ad un gruppo di immobiliari (80 miliardi di pesetas) e progettato il trasferimento del centro sportivo madridista dalle parti dell´aeroporto Barajas, in un terreno dieci volte più grande. "Ho applicato al mondo del calcio - dice - i criteri delle imprese private. Ho delegato ad altri la gestione tecnica e io mi sono dedicato all’organizzazione e alla modernizzazione dell’impresa Real. Comprare e vendere giocatori è deleterio: ogni anno un grande acquisto, per creare un nuovo corso di calcio spettacolare e offensivo, e per il resto promozione dei migliori giovani del vivaio". Una strategia che riassume nello slogan Zidanes y Pavones, prendendo ad esempio il difensore Pavon prodotto, come Portillo e altri, della cantera. [...]» (Emilio Marrese, "la Repubblica" 18/6/2003).