Varie, 5 marzo 2002
PESCANTE
PESCANTE Mario Avezzano (L’Aquila) 7 luglio 1938. Politico. Imprenditore, dirigente sportivo, storico dello sport olimpico. In gioventù praticò con successo l’atletica, vincendo nel mezzofondo il titolo nazionale studentesco. Iniziò la carriera da dirigente sportivo nel Cus Roma e nel 1973 fu eletto segretario generale del Coni. Ne fu presidente dal 1993 al 1998. Guidò l’associazione dei comitati olimpici nazionali d’Europa e nel 1994 fu cooptato membro Cio. Il 9 ottobre 2009 è stato eletto vice presidente Cio. Sottosegretario ai Beni Culturali nei governi Berlusconi 1 e 2 attualmente ricopre la carica di presidente della Commissione Politiche dell’Unione europea della Camera. stato commissario straordinario di Torino 2006 e Pescara 2009 • «Un personaggio che nel mondo dello sport ha scritto i capitoli più significativi prima di cominciare la carriera politica con le elezioni nel Lazio del maggio di tre anni fa. Per quindici anni professore di ”Legislazione e Normative sullo Sport” all’Università ”La Sapienza” di Roma, dal ”73 e per venti anni è stato segretario generale del Coni per diventarne, poi, presidente fino al ”98 quando lo scandalo doping che aveva investito il calcio lo portò alle dimissioni. E, quella [...] l’esperienza più triste della sua carriera: lasciò l’incarico davanti all’accertata inefficienza del laboratorio anti-doping dell’Acqua Acetosa, di cui in qualità di presidente del Coni era il responsabile. I lavori della Commissione presieduta da Carlo Federico Grosso, quest’ultimo nominato dall’allora vice-premier, Walter Veltroni, non portarono a responsabilità dirette, ma il Cio chiuse, in pratica, il laboratorio per un anno ritirandogli l’accredito. Chiusa la lunga parentesi ai vertici del Coni (Pescante è stato per ben 13 volte Capo-missione della squadra italiana in tredici edizioni dei Giochi Olimpici, invernali ed estivi) [...] è presidente del Coe, il Comitato olimpico europeo, dove ha preso il posto di Rogge e dal ”94 è membro del Comitato olimpico internazionale. [...]» (’La Stampa” 22/10/2004). «L’unico dirigente sportivo italiano a conoscere ed applicare l’istituto delle dimissioni, e purtuttavia Araba Fenice capace di risorgere dalle proprie ceneri» (Claudio Colombo). «Sogno un’Olimpiade meno ricca, meno luccicante e più vera di quelle che abbiamo visto ultimamente [...] Questo naturalmente non significa rinunciare al denaro che viene da chi vede lo sport come una forma di comunicazione di massa [...] Lo sport rappresenta uno dei pochi esempi di globalizzazione positiva» (Claudio Colombo, ”Corriere della Sera” 24/12/2001).