varie, 5 marzo 2002
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Pfeiffer Michelle
• Santa Ana (Stati Uniti) 29 aprile 1957. Attrice. Tutto è cominciato con una battuta. Appena un rigo sul copione del serial americano Fantasy Island’. Era il 1979, e per Michelle Pfeiffer era l’inizio di una lunga carriera. Nel 1982 si aggiudica il ruolo da protagonista in Grease 2 e poco dopo Scarface, accanto ad Al Pacino. Negli anni successivi è la fragile Madame de Tourvel di Le relazioni pericolose, la Catwoman in lattice nero nel Batman di Tim Burton, la contessa Olenska ne L’età dell’innocenza di Scorsese. I melò Qualcosa di personale, Un giorno, per caso e Storia di noi due (accanto a Redford, Clooney e Willis) consolidano il suo rapporto con il grande pubblico • «Ha fama di essere una attrice molto attenta alla sua carriera con una scelta rigorosa dei progetti e delle sceneggiature. [...] è sempre nelle top list delle donne più belle e meglio vestite» (Mario Sesti, “L’Espresso” 4/1/2001) • «[...] reginetta di bellezza che nella californiana Orange County conquistò i titoli di ragazza più bella della contrada per diventare, poi, la star più glamour della generazione [...] È stata tra le prime ad adottare come “single” un figlio, e, sposatasi con il suo compagno di anni (il produttore David E.Kelley) ha avuto nel 1994 il suo primo bambino, John Henry. “Non ho mai voluto mescolare il mio privato ai servizi fotografici, agli scoop da vendere. Questa è stata e resterà sempre la mia scelta e per lo stesso motivo non sento il bisogno di pubblicizzare i miei impegni di volontariato, la mia battaglia per adozioni più facili”. Come Meg Ryan, Demi Moore, Melanie Griffith e altre, Michelle ha faticato a trovare ruoli giusti per la sua maturità, dopo i grandi successi di Scarface, Le relazioni pericolose, L’età dell’innocenza ma lei dice di aver preferito la vita all’eterna competizione del cinema. [...]» (Giovanna Grassi, “Corriere della Sera ” 6/8/2006) • «[...] Candidata tre volte all’Oscar, per Le relazioni pericolose, I favolosi Baker e Due sconosciuti, un destino [...] “[...] Temo sempre che qualcuno finisca per scoprire la mia mediocrità. Tremo al pensiero che la mia mancanza di talento venga un giorno smascherata, che mi si accusi di impostura. Ma ho imparato meglio a convivere con la mia innata insicurezza [...] Mi sono spesso sentita dire, nei provini: ‘Spiacente, mai sei troppo carina’. Hollywood ha cominciato a prendermi in considerazione per qualcos’altro oltre al look solo dopo Una vedova allegra... ma non troppo [...]”» (Silvia Bizio, “L’espresso” 2/8/2007).