Varie, 6 marzo 2002
PIONATI
PIONATI Francesco Avellino 15 luglio 1958. Giornalista. Ex vicedirettore del Tg1. Nel 2006 eletto al Senato, nel 2008 alla camera (Udc) • «Fu il ”giornalista ragazzino” nell’epoca dei ”giudici ragazzini”, primi anni Novanta, quando al Quirinale c’era il picconatore Francesco Cossiga. Sua la definizione di Francesco Pionati, già allora ”inviato” in Parlamento per il Tg1 in ”quota Dc”. Si può dire che fu proprio l’allora presidente della Repubblica a ”scoprirlo”. Così: ”E’ stato assunto perché notoriamente è il figlio dell’ex sindaco demitiano di Avellino...”. Da quel giorno, 3 settembre 1991, è diventato l’emblema del giornalista ”lottizzato” della Prima Repubblica che se ne andava. Il suo legame all’ex premier De Mita si è colorato di leggenda, qualcuno arrivò a raccontare che la sua assunzione in Rai fu decisa a Nusco in una partita a tresette, il gioco preferito dell’ex leader dc. La nomea è rimbalzata tutta intera nella seconda Repubblica, rinfrescata ad ogni scatto di carriera. Fino a, quando 18 anni dopo l’ingresso nel mondo dei giornalisti professionisti, ha spiccato il volo verso l’universo dei manager: membro del Cda di Cinecittà Holding su scelta del ministro Urbani. […] ”Sono entrato alla Rai nel 1981 con una borsa di studio in seguito a pubblico concorso, controllato anche dal sindacato dei giornalisti. Nel 1984, quando sono diventato professionista, ho anche ricevuto un premio dall’Ordine perché ero risultato il primo”. In fondo fu il suo unico momento da protagonista del ”teatrino della politica”, il mondo che da una quindicina d’anni racconta con toni pacati, spesso monocordi, addirittura cloroformici sostengono i suoi detrattori. Che sono tanti. I sostenitori – molti di meno – contano però assai di più. Tanto da convincerlo a fare quel salto che il suo padrino di battesimo De Mita mai ebbe la forza di compiere: dal centrosinistra (che stava per candidarlo alle politiche – 94 ad Avellino) al centrodestra. Via centristi del Ccd. Ma con un solo vero faro: Silvio Berlusconi. A ”ribaltone” fatto, nel 2001, stava di nuovo per tentare la strada del Parlamento. Quando arrivò il ”consiglio” del Cavaliere: vorrei tanto che Pionati restasse in Rai. Così ha detto ancora una volta ”arrivederci” alla carriera da politico e ha obbedito. Il giorno della ricompensa sembra arrivato. Per ingannare l’attesa c’è stata la rubrica su ”Panorama”, ottenuta in deroga al regolamento Rai. Chissà se gli ha fatto piacere o dispiacere ritrovarsi sulla stessa mondadoriana testata del suo unico grande nemico, Bruno Vespa. Stile felpato come lui, Vespa su Pionati si sbilanciò: ”E’ la persona più raccomandata che io abbia mai incontrato in vita mia. Per ragioni di riservatezza aziendale non posso rivelare i retroscena scandalosi della sua nomina a caporedattore”» (Enrico Caiano, ”Corriere della Sera” 17/12/2002).